Ha partecipato alla festa di compleanno di un suo amico, in una sala per le feste nell’hinterland di Cagliari e, all’improvviso, sarebbe caduto dentro uno dei giochi gonfiabili: “Si è lanciato in una vasca con palline”. Un bimbo di 7 anni è stato portato dai genitori al pronto soccorso del Brotzu lo scorso 6 settembre, la sera stessa del party. I medici l’hanno visitato, riscontrando “una verosimile frattura del terzo medio dello sterno” e prescrivendogli “tre settimane di riposo” e un nuovo controllo medico dopo quindici giorni. Forte del racconto del figlio e del foglio dell’ospedale il padre, un ingegnere sessantunenne, ha già fatto mandare dalla sua legale una richiesta ufficiale per danni alla titolare del locale: “Ha un’assicurazione, il mio perito di fiducia mi ha detto che dovremo avere almeno cinquemila euro. Ho aperto già la pratica per danni”, racconta l’uomo. “Inoltre, presto andrò dai carabinieri per depositare una denuncia per discriminazione. Mio figlio avrebbe dovuto partecipare al compleanno di un altro amichetto, nello stesso posto dove si è fratturato, ma la titolare ha preteso che noi genitori firmassimo una liberatoria per assumerci interamente la responsabilità in caso di nuovi danni. Ma lei, in un messaggio, mi ha scritto chiaramente che nel foglio c’è scritto che lei è anche contraria all’ingresso nella struttura di mio figlio. E alla festa dove è rimasto fratturato lo avevamo lasciato in custodia alla mamma del bimbo festeggiato. Noi genitori non eravamo invitati”.
Saranno le due compagnie assicurative a stabilire l’entità dei danni, e sembra che ci sarà molto lavoro anche per i rispettivi avvocati. La ragazza che gestisce la sala “incriminata”, infatti, controbatte alle accuse mosse e messe anche nero su bianco dal genitore del bambino: “Le mamme presenti non si sono accorte che fosse caduto, inoltre chi può garantirmi che la frattura allo sterno se la sia fatta davvero durante la festa? Se l’assicurazione vorrà pagare, che paghi, sono coperta. Il giorno in cui il piccolo si sarebbe fatto male la liberatoria era stata firmata solo dalla mamma del festeggiato. Stavolta, dopo ciò che è capitato, ho scelto, potendolo fare, di avere le firme di ogni singolo genitore”.










