“Se sono d’accordo con la scarcerazione di mio figlio? Ovviamente no. Nessuno lo sarebbe”. Durissima, risoluta, apparentemente tranquilla, dice di stare bene e lascia nuove dichiarazionii Nicolina Giagheddu, la mamma di Emanuele Ragnedda, che oggi si è presentata a Cannigione dove i Ris hanno fatto un sopralluogo sullo yacht di famiglia alla ricerca di tracce e nuovi indizi utili a chiudere il cerchio sulle indagini. “Sono qui perché queste sono proprietà di famiglia, non di mio figlio. Come sta Emanuele? Non lo so, io con lui non ci parlo, non parlo con il suo avvocato e non parlo con il padre di Emanuele. Lui doveva assumersi da subito le sue responsabilità, invece di comportarsi come ha fatto. Il tentato suicidio? Io non ci credo, se uno vuole ammazzarsi ci riesce”.
Non esita, non dubita, non concede spiragli a un possibile riavvicinamento Nicolina, né tantomeno a un perdono che appare impossibile. “Volevo andare ai funerali di Cinzia, ma la famiglia ha preferito non ci fossi, penso sempre a lei e continuo a chiedere perdono a lei e alla famiglia, non penso mi vorranno mai incontrare”.










