Qualcosa sembrava essere migliorato, ma ancora in tanti bevono senza misura: e questo è accaduto anche due giorni fa, sempre nel centro della città, luogo dove si ritrovano i giovanissimi. L’ennesimo sabato sera movimentato, insomma, un minore soccorso e una rissa tra due ragazzine quasi in mezzo alla strada sono solo alcuni dei fatti accaduti e raccontati da chi era presente.
Nonostante gli appelli lanciati dagli esperti, la città è in mano a gruppi di ragazzini senza controllo da parte di chi dovrebbe vigilare, insegnare a divertirsi senza rischiare la vita.
Concordare regole chiare. Ad esempio: L’orario di rientro a casa, per i ragazzi fino ai 15 anni, può essere fissato alle 21:30; per quelli di 16 e 17 anni alle 22:30” aveva spiegato poche settimane fa a Casteddu Online Luca Pisano, Psicologo psicoterapeuta, Direttore Master in Criminologia IFOS.
“Il messaggio deve essere chiaro: non si può ciondolare per la città senza meta sino a tarda notte. Infine, stabilire un meeting point: per il rientro a casa ci vediamo al centro di Cagliari alle ore 21.30. In questo modo c’è la possibilità di valutare lo stato psicofisico del ragazzo/a. Nel caso in cui il pernottamento avvenga a casa di amici, l’attività di controllo potrà essere svolta dai genitori del ragazzo o della ragazza che ospita”.
“Il controllo è parte integrante dell’educazione.
Il controllo non è il nemico del dialogo, dell’empatia o della responsabilizzazione dei giovani”.
Cagliari ma non solo: la situazione alle Vele, Quartu, Selargius non è tanto diversa.
Bevono, urlano, si picchiano come se fosse normalità. “Gli adolescenti, soprattutto quelli che corrono il rischio di essere reclutati, anche come spettatori, dalle baby gang, oppure di subire le loro feroci azioni criminali, hanno bisogno di almeno un genitore capace di esserci”.











