Ospite di “Cinque minuti” e poi di “Porta a Porta” di Bruno Vespa, la premier Giorgia Meloni ha affrontato diverse tematiche fra cui una denuncia nei suoi confronti, dei ministri Crosetto e Tajani e e dell’amministratore delegato di Leonardo Roberto Congolani per concorso in genocidio.
“Io, il ministro Crosetto, il ministro Tajani e credo l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani siamo stati denunciati alla Corte Penale Internazionale per concorso in genocidio. Credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere”, ha spiegato la premier.
E proprio sulla situazione palestinese e il piano di pace, Meloni ha detto: “E’ un piano sul quale c’è stata una convergenza totale. E’ un percorso molto fragile, bisogna lavorarci con forza. L’Italia c’è”, ha sottolineato la premier. “Mi sarebbe piaciuto che il Parlamento votasse all’unanimità”.
Non sono mancati i riferimenti alla situazione interna del Paese e al clima che Meloni definisce “imbarbarito” e la violenza nei suoi riguardi: “Io non conto più le minacce di morte e penso che qui ci siano delle responsabilità di chi per esempio dice che hai le mani di sangue, da chi dice che questo governo è complice di genocidio”. “Non si ha più il senso delle parole che si usano per fare propaganda”. E sui recenti scioperi pro Pal, la premier ha sottolineato come sia rimasta scioccata di vedere in prima fila manifesti inneggiare al 7 ottobre: “In 3 anni di Governo sono stati indetti 4 scioperi generali e per una questione estera. Questo nel momento in cui aumentano i salari e l’occupazione. I sindacati pensano più alla sinistra che ai lavoratori”.
Le interviste complete in onda questa sera su Rai Uno.











