Trecento medici di base da tutta la Sardegna si sono riuniti oggi a Tramatza per imporre l’ultimatum alla Regione: “O ci ascoltate oppure ci dimettiamo, tutti e immediatamente”. Infuocato il clima dell’assemblea, dove è esplosa tutta la rabbia accumulata negli ultimi mesi. Al di là di sigle e sindacati, i medici di famiglia sardi si sono riconosciuti nella stessa battaglia con identiche rivendicazioni: no all’innalzamento del massimale dei pazienti da 1.500 a 1.800, più risorse perché quelle a loro disposizione sono limitate e meno ore di lavoro perché il carico, hanno spiegato all’unisono i camici bianchi, è eccessivo, fino anche a 13 ore al giorno. Per non parlare della burocrazia, vero e proprio incubo dei medici di base, da qualche tempo costretti anche a prescrivere piani terapeutici un tempo di competenza esclusiva degli specialisti.
L’obiettivo dei 300 medici riuniti a Tramatza, in totale sono 900 in tutta la Sardegna, è anche quello di costituire un’associazione per avere voce univoca con cui farsi ascoltare dalle istituzioni.










