di Jacopo Norfo
Ormai gli indugi sembrano rotti: Massimo Zedda sarà il candidato governatore del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Sardegna. Salvo sorprese al momento da escludere, sarà il sindaco di Cagliari a lanciare la sfida a Mario Puddu del M5S e al candidato di Lega, Psd’Az e centrodestra che potrebbe anche uscire dalle primarie ipotizzate da Maninchedda. Ma i rumors delle ultimissime ore spingono Zedda verso il sì. E non è affatto un caso, secondo gli ambienti politici cagliaritani, che la notizia di una quasi certa candidatura alle regionali sia arrivata in contemporanea con lo stop al wi fi nelle piazze popolate dai migranti, piazza del Carmine e piazza Matteotti su tutte. Un Zedda insolitamente “salviniano”, che fa una scelta applaudita anche dagli elettori del centrodestra? Forse non un caso. Di sicuro soltanto Zedda può fare risalire le quotazioni del centrosinistra, anche alla luce della manovra storica del governo che ha dato il via libera akl reddito di cittadinanza, al superamento della legge Fornero e alla flat tax dal 2020.
Si annuncia una campagna elettorale avvincente, anche perchè i cagliariitani saranno chiamati a votare due volte. La prima fra circa 90 giorni per eleggere un deputato alla Camera, nelle elezioni suppletive in seguito alle dimissioni del velista Andrea Mura, diventate esecutive ieri. La seconda tra febbraio e marzo per le attesissime regionali. Il M5S, grande favorito, punta su Mario Puddu. Il centrosinistra è pronto a giocarsi la carta Zedda: sarà ancora una volta vincente? E soprattutto, Zedda riuscirà a catalizzare ancora una volta una fetta importante di voti dal centrodestra, come avvenne due anni e mezzo fa quando Massidda non arrivò neanche al ballottaggio? E che scelta faranno i cosiddetti “poteri forti” della città, dati ultimamente molto vicini al sindaco di Cagliari? E il centrodestra metterà un candidato debole oppure si giocherà la partita sino in fondo? Puddu-Zedda, la volata è già sullo sfondo. La scelta sul sindaco di Cagliari non sarà casuale: provare a dimenticare in fretta la giunta di Pigliaru e Arru. Per voltare pagina. Come se non fosse mai esistita.












