Equitalia promette incentivi e premi in denaro ai dipendenti che riescono a incassare più soldi dai cittadini creditori, alimentando così un sistema perverso che taglieggia i sardi senza tenere in alcun conto la situazione economica e sociale dell’Isola. Paolo Maninchedda spara a zero su Equitalia, portando numeri (con un documento riservato e a circolazione interna) e una sentenza della Cassazione che dà ragione a un dipendente dell’Abruzzo che ha denunciato la società per mobbing, proprio puntando sulle pressioni che derivano dal sistema degli incentivi, e ha vinto la causa. E rilancia l’agenzia sarda delle entrate, unico sistema – dice – per riequilibrare i rapporti fra società di riscossione dei debiti e popolo sardo. “Equitalia porta avanti un’attività di riscossione ferocemente organizzata, attraverso forme di vera e propria persecuzione civile – denuncia Maninchedda – E’ un meccanismo a tenaglia che esaspera i rapporti, un sistema diabolico che attraverso gli incentivi porta i dipendenti a vessare i contribuenti. E poi Equitalia è un sistema parassitario enorme, che ha costi di gestione di 3 milioni e mezzo l’anno e che certifica l’assoluta indifferenza dello Stato italiano rispetto alla situazione in cui il contribuente versa, è una macchina parastatale che non guarda in faccia a nessuno e pensa solo a produrre il risultato”.
Maninchedda ricorda che nel 2012 Equitalia in Sardegna ha incassato 267 milioni, per il 2013 ha fissato il budget da recuperare nell’Isola a 269 milioni e mezzo, due e mezzo in più rispetto all’anno precedente. Per aver diritto al premio, gli agenti devono riuscire a riscuotere almeno l’80% del budget fissato ogni anno. “E’ un meccanismo diabolico che sa poco di riscossione e molto di persecuzione”, dice Maninchedda rilanciando l’idea di un’agenzia di riscossione tutta sarda. Durissimo l’attacco a Equitalia anche da parte di Franciscu Sedda, fondatore insieme a Maninchedda del Partito dei Sardi: “Equitalia sta contribuendo alla desertificazione della Sardegna e, alla fine, continuando a intimidire i sardi con tanta aggressività non avrà più nulla da riscuotere perché qui da noi non ci sarà più nulla. Dunque, serve un cambio di rotta deciso e definitivo, che possiamo ottenere solo cacciando Equitalia e mettendo tutto nelle mani di una agenzia delle entrate tutta sarda, che possa avere un rapporto più diretto e umano con i contribuenti, che siano famiglie o imprese, che hanno debiti pari a 4,5 miliardi nei confronti di Equitalia tra Iva non versata e contributi Inps, ma hanno anche 7 miliardi di crediti nei confronti della pubblica amministrazione. C’è quindi un meccanismo contro chi produce ricchezza e viene mandato doppiamente in crisi dallo Stato – conclude Sedda – Ecco perchè occorre sostituire questo sistema e fare in modo che non si strangoli l’apparato produttivo”. Con Maninchedda e Sedda c’era anche Andrea Virdis, rappresentante del Movimento Artigiani, che ha parlato di “macchine da guerra nei confronti di chi paga le tasse e deve difendere la propria azienda”.












