Eccolo, il “caso zero” della malattia emorragica del cervo in Sardegna, il primo a essere scoperto in Europa e che portato, per un mese, allo stop alla movimentazione di tutti i bovini e ruminanti presenti nell’Isola. Arbus, azienda di Michela Dessì, ex assessora comunale e allevatrice, titolare di un’azienda di allevamento con il padre. Settecento ovini, quindici bovini e trenta suini, con il gregge già risultato positivo alla lingua blu. Qualche giorno fa una delle sue vacche manifesta gli stessi sintomi, mercoledì muore e gli esperti di Teramo del centro di riferimento nazionale per le malattie esotiche compiono tutte le analisi del caso. Oggi la conferma: “Malattia emorragica del cervo”. Una mazzata, che ha portato allo stop agli spostamenti di bestiame: “Parliamo di circa 210mila bovini, per tutte le nostre aziende non poterli più movimentare, cioè vendere perchè, poi, vengano macellati, significa il fallimento”, dice la Dessì, molto preoccupata, a Casteddu Online. “Qualche mio animale ha sintomatologie più lievi, altri più gravi. Sappiamo che si tratta di lingua blu, faremo accertamenti per capire se anche negli altri ruminanti ci sia la presenza di questa nuova malattia”.
Il “caso zero” di Arbus ha fatto da apripista al blocco di tutte le movimentazioni del bestiame: “Sono molto preoccupata per tutto il comparto. Chiaramente, questo virus ci pone davanti a qualcosa di nuovo, di pericoloso e che danneggia le nostre aziende e tutta l’Isola. Già in passato i bovini, per lasciare la regione, dovevano essere negativi”, ricorda la Dessì. Il rischio di crac totale è altissimo: “L’assessorato all’Agricoltura e quello alla Sanità della Sardegna devono coordinare tutta l’emergenza e prendere provvedimenti soprattutto per quanto riguarda i troppi, tanti cervi presenti, creano danni al nostro comparto. L’unità di crisi è già stata convocata, una campagna di vaccinazione è impossibile perchè non c’è il vaccino. Sappiamo che il vettore è un insetto, lo stesso della lingua blu. Ad Arbus c’è una presenza eccessiva del cervo, molte persone non si rendono conto dei danni che fanno alle colture e alle recinzioni, per esempio. Abbiamo, da oggi, un problema in più”.











