Si ubriacano, vengono salvati da possibili coma etilici dagli agenti della polizia Locale che li riportano tra le braccia dei genitori e, per tutta risposta, vengono quasi bollati come “cattivi”. Succede, purtroppo spesso, a Cagliari. A raccontarlo è il comandante della polizia Locale, Guido Calzia. Il tema è quello della malamovida: “Bisogna tornare nelle scuole, i genitori tutelano i figli e manca l’educazione del saperli seguire. Glieli riportiamo a casa, spieghiamo cosa è successo e ci dicono che facciamo accanimento quando, invece, dovrebbero ringraziarci perchè così il ragazzino finisce di bere certi miscugli. Ci stiamo attivando con i servizi sociali per migliorare la situazione”. Insomma, mamme e papà poco protettivi, che tra l’altro consentono ai figli, minorenni, di restare fuori sino a tardi senza nemmeno sapere cosa stanno trangugiando. Una triste realtà, che fa il paio con quella del caos nei rioni cagliaritani della movida. “Con l’ordinanza del sindaco Truzzu legata allo stop alle bevute dalle 22 alle sei a Sant’Eulalia proveremo a capire se come stile e controllo può funzionare. Estenderla a tutta la Marina è difficile, non è facile controllare tutta quella zona. Don Marco Lai deve poter officiare la messa alle diciotto senza che fuori ci siano ragazzini che urlano”.
“Sui market che vendono alcolici ai minori i controlli sono frequentissimi, dobbiamo stare attenti ai modi che utilizzano i gestori per vendere. Chi non è italiano diventa più furbo di un italiano stesso. Abbiamo 52 uomini in più e agenti in borghese, una grande forza ma ancora poco conosciuta, ecco perchè è più difficile andare a coglierli sul fatto”.









