Sarà discussa venerdì prossimo, in mattinata, l’istanza di riesame presentata dai legali dell’ex assessore Gabriella Murgia, arrestata nell’ambito dell’operazione Monte Nuovo che ricostruisce rapporti e collusioni fra malavita, istituzioni e politica. Murgia, insieme al primario di Terapia del dolore Tomaso Cocco, viene indicata dagli inquirenti come il collante fra malavita e istituzioni, e come “promotrice” di incontri e azioni messe in atto.
La decisione dei giudici del riesame potrebbe arrivare nella stessa giornata di venerdì, e questo è probabile che accada nel caso in cui l’istanza venga accolta, essendo a quel punto urgente restituire la libertà all’indagato, oppure nei giorni seguenti, e in quel caso è possibile che invece l’istanza venga respinta: non si tratta di una regola scritta, ma è la prassi di solito seguita.
Gabriella Murgia, assessore della giunta Solinas fino al momento del rimpasto dieci mesi fa, è in carcere da 14 giorni, da quando il 27 settembre all’alba è stata arrestata dai carabinieri del Ros, con pesanti accuse, a cominciare dalla associazione criminale. “Ho visto la mia assistita qualche giorno fa e, per quanto la situazione lo permetta, sta bene”, dice il legale che la difende, Enrico Meloni. “Continua a ripetere che non sa perché è in carcere e a ribadire la sua totale estraneità ai fatti che le vengono contestati”. Ma nelle 407 pagine di ordinanza, le intercettazioni telefoniche parlano chiaro, ma su quello il silenzio della Murgia è assoluto. “Sulle intercettazioni non si è espressa”, conferma Meloni.












