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“Maestre di Quartu, linciaggio scandaloso: io, genitore, le difendo”

di Redazione Cagliari Online
28 Giugno 2017
in area-vasta, hinterland

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di Gianluca Secci 

In questi giorni stiamo assistendo ad un linciaggio mediatico scandaloso, quello che per intenderci porta il popolino a gridare vendetta con tanto di forcone in una mano e torcia incendiaria nell’altra, degno del più becero tribunale inquisitorio. Mi riferisco alle tre insegnanti della scuola dell’infanzia di Via S. Antonio a Quartu Sant’Elena, messe alla gogna dalle testate giornalistiche locali e già condannate dal popolo per passaparola. Tre donne che hanno dedicato la loro vita all’insegnamento dei bambini, che in vista della tanto agognata e meritata pensione, si vedono trasformate in mostri da veri o presunti delatori. Per loro non esiste il giusto processo, il diritto alla difesa ne tantomeno di replica.

La presunta innocenza fino a prova contraria per loro non vale. Il procedimento penale non è ancora iniziato, ma per l’opinione pubblica, che neanche le conosce, sono colpevoli senza ombra di dubbio. In tutto l’hinterland Cagliaritano se ne parla e in coro unanime si grida COLPEVOLI!! Hanno la colpa di qualsiasi problema abbia afflitto i bambini degli altri, forse anche di quelli che a Quartu non ci sono mai passati. Dall’oggi al domani si sono viste trasformate in una versione moderna delle streghe di Salem, con tanto di rogo pronto all’uso. Ogni giorno la cronaca si arricchisce di particolari inquietanti, di sgabuzzini, anfratti e camere delle torture ricavate nei locali della “De Amicis” di Via S. Antonio. Nuovi spazi che farebbero impallidire il più accanito professionista degli abusi edilizi. Elvira, Ignazia e Patrizia, così si chiamano i mostri, non hanno diritto all’anonimato in attesa di sentenza, loro infatti non hanno il diritto alla privacy, non possono essere tutelate dalle stesse norme che hanno impedito la divulgazioni dei nomi di pedofili, stupratori e tanti altri. Sono sicuramente colpevoli, devono esserlo per forza. D’altronde anche la nostra città ha diritto ad avere dei mostri da sbattere in prima pagina, ne più né meno di altre città del “continente”, mica siamo inferiori. Al rogo, al rogo, portatele di fronte al Comune che ci pensano le mamme a fare giustizia. Mi chiedo quale giustizia possa mai essere questa, che consente un linciaggio simile.

Per loro non ci sarà mai una possibile assoluzione, anche se dal procedimento dovesse emergere la loro estraneità ai fatti contestati. Come nella “Rosa scarlatta”, hanno ricevuto il marchio dell’infamia, indelebile, che a torto o a ragione segnerà per sempre tutta la loro vita, che ha spazzato via tutta la loro carriera ed il lavoro di una vita in pochi giorni. 2 Che civiltà è mai questa e che insegnamento stiamo dando ai nostri figli. Che società è la nostra che concede ai ladri ed ai corrotti di esercitare il potere esecutivo in attesa della sentenza definitiva di terzo grado e non concede a tre donne di andare davanti al giudice per poter esprimere il loro diritto di difesa e la propria versione dei fatti. Sarebbe quasi auspicabile una loro colpevolezza, almeno così la loro prematura condanna sarebbe giustificata. Ma se non lo fossero, tre innocenti avrebbero patito una terribile punizione ed una tale infamia che nessuno al mondo potrà mai porvi rimedio. Ferite così profonde che mai riusciranno a rimarginare. Loro, i loro mariti, i propri figli e le loro famiglie. Già ci sono anche i figli ed i coniugi delle aguzzine. D’altronde non è colpa nostra se hanno dei mostri per mamma. Pazienza se a scuola o a lavoro verranno additati come i figli e i mariti delle streghe. Ognuno deve pensare alla propria famiglia, gli altri si difendano da soli, se possono. Io non so se i fatti ascritti siano fondati o meno, non è mio compito giudicare. Posso solo dire che in una società civile chi presenta delle accuse le deve dimostrare con i fatti e non con le chiacchiere, poi c’è un giudice che valuta e decide. I processi non si possono fare in TV o sui giornali. Ognuno deve stare al suo posto e se parte lesa, aspettare che il procedimento faccia il suo corso e venga emessa sentenza nei tre gradi di giudizio. Posso altresì dire di essere padre di una bambina che ha frequentato quella scuola ed ha avuto proprio quelle insegnanti. Per tre anni ho affidato la mia bimba ad Elvira, Ignazia e Patrizia e in tutto quel tempo non solo non ho mai riscontrato alcun malessere nella mia piccola, ma ho sempre notato l’entusiasmo con cui lei ed i suoi compagni si incontravano in quegli stessi ambienti oggi descritti come l’Asilo del terrore.

Ogni anno andiamo a trovare le maestre che ancora oggi non mancano mai di incoraggiare ed elargire preziosi ed amorevoli consigli. Sono stato il rappresentante dei genitori per la scuola dell’infanzia nel Consiglio di Istituto per due anni (gli ultimi) e ne prima ne durante il mio incarico, ho mai ricevuto lamentele da parte dei rappresentanti di classe o da altri genitori; diversamente avrei agito e sottoposto il caso al Consiglio ed al Dirigente scolastico. Ho avuto modo di lavorare con tutto il corpo docente della sezione dell’infanzia, non solo le maestre interessate dalla cronaca; ho raccolto e portato all’attenzione del Consiglio di Istituto, del Sindaco, dell’Assessore Comunale e del Dirigente alla P.I. le varie problematiche che affliggevano la scuola della mia bambina e mai in nessuna occasione ho ricevuto segnalazioni di fatti riconducibili alle accuse ascritte, neanche la più piccola lamentela. Abbiamo cercato insieme di migliorare la scuola dei nostri figli. Per questo siamo finiti in Consiglio Comunale ed in TV. Con le tre maestre ci siamo impegnati affinché i bambini avessero il meglio con le poche risorse disponibili. Io e mia moglie abbiamo visto l’impegno delle insegnanti nella realizzazione di progetti sportivi che hanno coinvolto altre insegnanti di grado superiore che con spirito collaborativo, hanno donato il loro tempo libero ai piccoli della scuola dell’infanzia “De Amicis”. Ricordo tra tutte le varie attività realizzate, il progetto del mare organizzato con la Capitaneria di Porto di Cagliari, la gita al parco tematico della Sardegna in miniatura e quello alla fattoria didattica. L’orgoglio e la felicità della bambina quando ci portava il regalino di Pasqua o di Natale realizzati nei mesi che precedevano le festività, con le sue manine e con l’aiuto delle maestre. Ancora li conserviamo gelosamente. Gli spettacoli di Natale durante i quali recitavano le filastrocche e le canzoncine Natalizie, in allegria, per il piacere dei genitori.

Altro che asilo del terrore. Chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale potrà confermarvi le mie parole. Ho conosciuto Elvira, Ignazia e Patrizia, persone totalmente diverse da quelle descritte. Se tornassi indietro non avrei il minimo dubbio ad affidare di nuovo la nostra bambina a loro, perché rappresentano le insegnanti di una volta, più mamme che docenti. Ferme e risolute di fronte ai 3 capricci e alle monellerie, ma nello stesso tempo amorevoli nella giusta misura, non sdolcinate. Il loro intento evidente era quello di preparare i bambini alle classi superiori, più difficili e con più regole. Dove è necessario stare seduti, disciplinati e attenti alle insegnanti per molte ore, con turni scolastici fino ad 8 ore al giorno per cinque giorni. Alla scuola primaria, il problema messo in maggiore evidenza dalle insegnanti è stato quella della scolarizzazione carente con cui i nuovi alunni si presentavano alla prima classe. La nostra bambina non ha avuto questi problemi, grazie agli insegnamenti di Elvira, Ignazia e Patrizia. Mi rendo conto di essere una voce fuori dal coro, ma sicuramente posso affermare che io, mia moglie e la nostra bambina siamo grati al lavoro delle maestre della scuola dell’infanzia e possiamo dirci onorati di aver conosciuto le maestre Elvira Maiorano, Ignazia Campus e Patrizia Demontis. Mi piacerebbe che anche gli altri genitori dei compagni della mia bambina si facessero avanti e raccontassero la loro esperienza, perché sono certo che non siamo i soli ad aver avuto un’esperienza più che positiva. Le donne raccontate nei giornali non rappresentano le maestre conosciute che ci hanno aiutato ad educare la nostra piccolina, non si avvicinano neanche lontanamente alle persone che mia figlia ama andare a trovare tutti gli anni. Ho deciso di scrivere queste righe non perché siamo amici, parenti o affini delle persone interessate, ma per semplice spirito di verità, senso civico e dovere morale. Perché è questo che voglio insegnare e lasciare in eredità a mia figlia. Essere coraggiosa e onesta con il prossimo a qualunque costo, anche quando è più facile far finta di niente e seguire la corrente. Coraggio Elvira, Ignazia e Patrizia, siate coscienti che grazie a voi tanti bambini hanno ottenuto e continuano avere successi non solo in ambito scolastico, ma anche e soprattutto nella loro vita. Grazie per il vostro lavoro ed i vostri insegnamenti.

Tags: asiloquartu
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