“Incrementare la sensibilizzazione attraverso giornate dedicate al tema, entrare nelle scuole per educare le nuove generazioni al rispetto verso l’ambiente, promuovere le giornate dedicate agli alberi. Insomma, potremmo fare di più entrando nelle scuole proprio come si faceva decenni fa”.
Parla la figlia del Responsabile antincendio in Sardegna Gianfranco Mori, venuto a mancare 12 anni fa. “C’era tanta prevenzione, sia sul territorio, con le barriere antifuoco, per esempio, che soprattutto nelle scuole. Internet non esisteva e la Forestale divulgava con poster e opuscoli le linee guida per la tutela del territorio. In casa c’era mai papà nei mesi estivi, era sempre impegnato al lavoro e ho ben in mente quando individuavano gli incendiari anche prima di innescare le micce” spiega la figlia Tiziana.
Non solo: la vegetazione andata in fumo che ha intrappolato chissà quanti animali finiti arsi vivi per colpa dell’incuria, della fatalità ma soprattutto della mano dell’uomo che ha appiccato i roghi.
Mori era un sottufficiale, capo del personale, vicecomandante della Forestale, respondabile dell’antincendio Regionale. “Qualche anno dopo la morte di papà sono stata contattata dai suoi ex colleghi per portare la testimonianza di come la situazione sia decisamente cambiata dopo la riforma introdotta da Renzi nel 2017 che ha tolto la specificità della Forestale. Penso sia arrivato il momento che ognuno riprenda in mano le proprie competenze e che in particolar modo dalle scuola si riparta con l’educazione ambientale costante e mirata, perché i bambini crescono e raccontano in famiglia quello che fanno a scuola.
Molti incendi potrebbero essere evitati, per esempio, quelli causati da errori o negligenze dei cittadini: bisogna informare e formare per tutelare il nostro ambiente”.













