Sono stati gli amici di sempre, sconvolti dal dolore, a portare a braccia le bare ricoperte da fiori bianchi. Tutt’intorno, un silenzio surreale: nessuno parla, solo lacrime e sofferenza. A Fonni risuonano le campane a morto, e sono l’unico suono che si sente in questo pomeriggio di surreale angoscia, in cui la comunità si ritrova a piangere quattro amatissimi ragazzi, amici inseparabili, da tutti descritti come bravissimi, disponibili, attivi nella comunità e benvoluti da chi li conosceva.
Troppo grande l’angoscia per parlare, troppo difficile trovare le parole: il silenzio è l’unica possibilità per sopravvivere alla sfilata di un dolore disumano, che unisce quattro famiglie e l’intera comunità, inconsolabili per la morte di Michele Coinu di 21 anni, Lorenzo Figus di 17, Marco Innocenti di 18 e Michele Soddu di 22, morti mercoledì sera dopo essere volati con l’auto in una scarpata lungo la provinciale 69. Una curva fatale, niente guardrail, l’uscita di strada e il volo che non ha lasciato scampo a nessuno di loro.
Prima di arrivare nella basilica di Nostra Signora dei martiri per i funerali celebrati dal vescovo di Nuoro monsignor Antonello Mura, tappa in piazza Italia, quella centrale del paese, dove i quattro giovanissimi hanno potuto ricevere l’ultimo, infinito, commosso abbraccio dell’intera comunità. Devastati i genitori, si sorreggono l’un l’altro e si stringono, vicini come vicini erano i loro figli, anche nel giorno dei loro funerali, amici da sempre e per sempre. Centinaia le persone arrivate da tutto il nuorese per rendere omaggio ai ragazzi, migliaia quelli rimasti fuori dalla basilica, troppo piccola per un dolore così gigantesco.
Le bare sono sistemate una accanto all’altra. Insieme, vicini, come sono sempre stati durante la loro breve vita: insieme da bambini, poi a scuola, e ancora nel caseificio dove lavoravano. Insieme nello sport e uniti dalla passione dei cavalli, insieme nelle uscite e nelle serate di svago. Insieme, anche nella morte che li ha sorpresi quando erano usciti dal lavoro e, a bordo di una Fiat Punto rossa, avevano accompagnato un amico e stavano rientrando per prepararsi a una cena aziendale dove non sono mai arrivati.
A Fonni è lutto cittadino. La comunità è straziata dal dolore, arroccata in un mutismo di angoscia e incredulità: negozi chiusi, tapparelle abbassate, tende tirate a schermare occhi lucidi che non trovano risposte. La comunità di Fonni è piegata da un dolore che è di tutti.
“Lorenzo, Michele, Marco, Michele i nostri occhi non smettono di piangere, ogni consolazione ci sembra insufficiente. Dio, ti preghiamo, non smettere di consolarci. Care famiglie, permetteteci con umiltà e discrezione un abbraccio di consolazione sconfinato”, ha detto nell’omelia il vescovo Mura. “Cari genitori, e con gli altri figli e figlie, e tutti i familiari, sia per voi almeno un po’ consolante sapere che non siete famiglie dimenticate, ma amate di più”, ha detto monsignor Mura per poi rivolgersi ai ragazzi, incoraggiati a “scoprire il motivo per cui vale la pena di vivere”, perché questo “aiuta a dare un senso a ogni cosa, anche quando la gioia di vivere è contraddetta dalla sofferenza e dalla morte. Amate la vita, sempre”, ha esortato monsignor Mura parlando alle migliaia di persone presenti, mute e in lacrime al cospetto delle quattro bare ricoperte da fiori bianchi.











