Attraverso gli occhi dei giovani la visione del territorio ferito dalle ex industrie: diventa un cortometraggio lo sfruttamento della terra sarda che, dopo pochi mesi dalla sua realizzazione, ha già ottenuto premi e riconoscimenti. Si chiama “Deserto Bianco” il documentario che è stato girato a luglio scorso, ed è stato proiettato per la prima volta a Sant’Antioco per “Archivissima 2024”. Pochi giorni fa ha vinto nella sezione best Docu Short 2024 di Andaras Traveling Film Festival dove in gara sono presenti partecipanti internazionali anche di fama mondiale.
Da un paesaggio desertico emergono le voci di giovani ragazzi della Sardegna; voci che esplorano le tracce lasciate sul territorio dalle ex-industrie.
Attraverso gli occhi delle nuove generazioni, i luoghi abbandonati riprendono vita, per svelare l’eredità che lo sfruttamento ambientale ha lasciato su terra, mare e i suoi abitanti. Questa è la trama di “Deserto Bianco” regia di Marta Massa, co-autori Patrik Varsi, Alessandro Aste, Claudia Basciu, Diego Massidda, Gabriella Fois,Giacomo Locci, Giacomo Pili, Mattia Caredda, Luca Pinna, Nicola Bardi, Nicole Cossu, Sandro Marmai
Gli attori sono i stessi autori e il documentario ha lo scopo di portare alla luce “argomenti che non bisogna sottovalutare ed è necessario discuterne”. L’opera ha vinto per “aver raccontato una storia utilizzando una chiave stilistica che alterna linguaggi diversi nel ritrarre con efficacia, e dolore, una realtà in cui la sconfitta è visibile sulla terra e sui volti delle persone, nelle foto del passato e nell’immobilità dei visi e dei paesaggi di oggi.
Per aver portato sul grande schermo una storia poco nota oltre i confini regionali, fatta delle ferite che restano dopo il sogno infranto di un’industrializzazione forzata, nello specifico, nella zona di Sant’Antioco”.
È stata un’edizione incredibile sotto ogni punto di vista. Dalla qualità e originalità delle opere in gara, al pubblico numeroso che ha seguito l’evento per una settimana intera lungo questo viaggio, all’umanità e bellezza dei tanti ospiti e giurati che hanno animato i talk, i concerti e tutti gli eventi collaterali del festival.
““Per Andaras ad Astra” è stata un’edizione che ha visto tantissime giovani registe donne, provenienti da tutto il mondo, essere premiate dalle nostre giurie, e questo mi fa pensare che piano piano stiamo mettendo il piede dentro un nuovo universo”
ha commentato così il direttore artistico Joe Juanne Piras.











