Tamponi a pagamento per i sardi costretti a viaggiare per motivi di salute. A Radio CASTEDDU, Valentina Tinti, 48 anni, di Monserrato, malata oncologica, ogni 28 giorni si reca a Milano per ricevere una cura sperimentale “con un farmaco particolarissimo che mi forniscono solo a Milano. Il problema è quello del costo del tampone, l’ultimo che ho fatto, stamattina, perché va ripetuto dopo 5 giorni dal rientro, è costato 50 euro. Spendo solo quando rientro nell’Isola, perché la regione Sardegna mi chiede di fare il tampone, altrimenti dovrei stare 10 giorni in quarantena. Appena atterro a Elmas mi sottopongo, come tutti quanti nella postazione, al tampone antigenico: aspetto una ventina di minuti per il risultato, solo che, attualmente, c’è la novità del tampone a pagamento. Può andare bene per una persona che viaggia per motivi di piacere ma non per un soggetto fragile. Inoltre nel sito regionale dove si effettua la registrazione, dopo aver inserito le credenziali, compare la scritta “Buon soggiorno in Sardegna”.
Mi chiedo: ma questo tipo di programma, che viene in qualche modo utilizzato da tutti i viaggiatori che arrivano in Sardegna, è un programma che ha una falla perché ritiene che tutti quanti i viaggiatori siano turisti. Io ricevo delle cure particolari e ogni mese ho il vincolo di andare a Milano per esami ematici e accertamenti direttamente in struttura. Sono d’accordo per il tampone, però fatelo fare gratis per i casi come il mio, non deve ricadere sul mio portafoglio perché non mi sto muovendo per una vacanza ma per stare meglio”.
Risentite qui l’intervista a Valentina Tinti di Paolo Rapeanu e Gigi Garau
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