di Paolo Piu
Quest’anno il Teatro Lirico di Cagliari ha anticipato il clima natalizio con l’allestimento de “Lo Schiaccianoci”, in scena dal 17 novembre, con repliche fino al 24, balletto in due atti frutto della piena maturità artistica di Pëtr Il’ič Čajkovskij, presentato al pubblico di San Pietroburgo per la prima volta nel 1892 e ancora oggi è una delle più popolari composizioni della tradizione russa. Il balletto diretto da Amedeo Amodio s’ispira al racconto fiabesco Lo schiaccianoci e il Re dei Topi (1816) di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann e mescola sapientemente gli elementi della realtà con quelli del sogno.
Il mago Drosselmaier è il tramite attraverso cui tutto si realizza: in particolare il sogno di Clara, la bambina che dà anima e vita al principe-schiaccianoci e che ci trasporta in una realtà onirica. È questa realtà che ben esprime la dimensione della mente e mette in luce le nostre ansie e paure più profonde, le quali vivono nell’inconscio di ciascuno di noi, attraverso una dimensione iperrealistica, presente nei vari movimenti del balletto.
In questo allestimento, il mutamento dello schiaccianoci non è il prodotto di un incantesimo, bensì scaturisce dalla fantasia di Clara, la quale trasforma nella sua mente l’oggetto inanimato, lo schiaccianoci appunto, in un principe affascinante, e rende possibile il proiettarsi in un mondo in cui gioco e fiaba, paure e sogni si intrecciano e si sovrappongono costantemente, dando luogo a mille risvolti interpretativi, che oscillano dal simbolismo alla psicoanalisi, in cui le persone, i giocattoli e gli incubi interagiscono e si alternano in una danza leggiadra e onirica, ispirata alla fertile fantasia creativa dei bambini.
La regia e le coreografie di Amodio non sempre hanno incontrato e soddisfatto le aspettative del pubblico, soprattutto nella scelta di proiettare le ombre cinesi per rappresentare la parte del sogno di Clara, espediente riuscito solo in parte, perché rende non semplice la comprensione della trama soprattutto per chi assiste alla rappresentazione per la prima volta. Nonostante ciò, lo spettacolo è senz’altro uno degli eventi principali della stagione teatrale. Il successo dell’allestimento, che in tutta Italia ha finora raggiunto il numero di oltre 50.000 spettatori, è valso comunque al regista il premio “Oscar della Danza – Best Italian Dance Box Office 2016/2017”. Molto belli i costumi pittoreschi di Emanuele Luzzati, autore anche della scenografia. Decisamente migliore la seconda parte del balletto coi suoi cammei delle danze arabe, cinesi e spagnole per culminare col celeberrimo valzer dei fiori.
L’allestimento del capoluogo sardo ha visto sul palcoscenico quasi 40 ballerini e artisti, tutti molto bravi, tra cui i principali sono: Alexey Popov (16-17-18-20-21, proveniente dal Balletto dell’Opera di Monaco di Baviera)/Alessandro Macario (22-23-24) nel ruolo di Schiaccianoci e Liudmila Konovalova (16-17-18-20-21, del Balletto dell’Opera di Vienna)/Anbeta Toromani (22-23-24) nel ruolo di Clara. I solisti e il corpo di ballo sono di Daniele Cipriani Entertainment.












