Seggi insediati, presidenti e scrutatori pronti. Domani alle 7 in punto cominceranno le operazioni di voto al termine di una campagna elettorale anomala, consumata sotto il solleone dopo la crisi che ha mandato a casa il governo Draghi.
Gli elettori in Sardegna sono un milione e 300mila, in Italia quasi 51 milioni, il 51% donne. Da queste elezioni c’è un’importante novità: anche chi ha meno di 25 anni potrà votare per il Senato, contrariamente a quanto accadeva finora.
Si vota con il (contestato) sistema del Rosatellum, ovvero un mix fra proporzionale e maggioritario che blinda le scelte dei partiti e agli elettori consente di scegliere il partito ma non il nome del candidato: circa un terzo dei seggi parlamentari viene assegnato sulla base di collegi uninominali, dove vince il candidato della coalizione che prende anche solo un voto in più degli avversari, e altri due terzi in collegi plurinominali, in questo caso i seggi vengono distribuiti tra i partiti in proporzione ai voti globali che hanno ottenuto.
In Sardegna saranno eletti 16 parlamentari (un deputato ogni 149.033 abitanti e un senatore ogni 327.872), nove in meno rispetto a prima della riforma. Sono 14 i simboli che compariranno sulle schede che saranno distribuite nelle 1.836 sezioni allestite in tutta l’isola. Otto dei 14 simboli fanno parte delle due coalizioni in modo perfettamente equilibrato, 4 per la coalizione di centrodestra e 4 per quella di centrosinistra. Gli altri 6 simboli, invece, correranno da soli. Sei parlamentari saranno eletti nei collegi uninominali, gli altri dieci in quelli proporzionali.
Subito dopo la chiusura delle urne, inizierà lo spoglio con i primi risultati nel cuore della notte.











