Sabato 23 agosto, ore 20.25. Manca poco più di mezzora all’inizio di Cagliari-Catania, partita valida per i sedicesimi di Coppa Italia, e all’esterno dello stadio Sant’Elia ancora migliaia di persone attendono di poter fare ingresso nell’impianto. Per i Distinti la coda pare essere senza fine, arriva fino ai parcheggi. È una situazione paradossale, non c’è nessuno incaricato di gestire i tifosi, garantendo un rapido accesso quantomeno alle famiglie con bambini.
Il mio posto sarà in Curva Nord, pertanto mi dirigo verso l’apposito ingresso, ma mi accorgo che anche qui la fila è incredibilmente lunga. Attendo, impazientemente, e intanto il tempo scorre. Vicino a me risuonano i malumori dei tifosi, ansiosi di entrare allo stadio e consci del rischio di perdersi i minuti iniziali. Sono le 20.50, e ancora sono a metà della coda. La gente fa sentire la voce, ma è tutto inutile. Ci si domanda: “Come mai tutto questo tempo? Cosa succederà quando lo stadio verrà aperto a 16.000?”. Non ci sono abbastanza tornelli, figuriamoci se dovessero esserne installati dei nuovi. Occorrerebbero i tempi necessari per verificare la loro efficienza. E sappiamo quali sono le tempistiche del Sant’Elia.
Intanto, scoccano le 21.00. Ce l’ho quasi fatta. Ho appena superato il primo step, ovvero la verifica del documento di identità. Ora mi aspetta il tornello: ingresso 3. Tra chi si inserisce dai lati (trinceriamoci dietro il fatto di essere “italiani” e giustifichiamoci per l’ennesima volta), chi inveisce contro la scarsa organizzazione della società rossoblù, e chi viene pressato diventato simile al companatico di un panino, si riesce finalmente a superare il tornello. Un veloce controllo per verificare non possedessi oggetti pericolosi, e di corsa verso la Curva. Qualcuno mi può aiutare ad individuare rapidamente la mia posizione? Nemmeno l’ombra di uno steward, ma poco importa. Trovo il primo posto libero e mi avvio a sedermi.
Sono le 21.05, e appena rivolgo lo sguardo verso il campo da gioco Farias suggerisce per Sau che insacca. Per poco non mi sono perso l’1 a 0.
Questa è la mia esperienza, il racconto di un’odissea per entrare allo stadio che sicuramente tanti altri tifosi hanno vissuto. Alcuni hanno definito “vergognosa” l’attesa, non avendo avuto modo di godersi lo spettacolo sin dal primo minuto. E non c’è da biasimarli. Il settore Distinti è stato quello maggiormente penalizzato, con almeno la metà delle persone che in occasione del vantaggio rossoblù si trovava ancora al di fuori dell’impianto.













