Una pausa di pochi minuti per riprendersi da un malore è costata il lavoro a Roberto Olla, vigilante in servizio notturno per la società Istituto di Vigilanza La sicurezza Notturna srl (Cagliari) al Porto di Cagliari. Secondo quanto racconta lo stesso Olla, dipendente con contratto subordinato, il fatto risale ad aprile 2023, durante il solito turno di ronda notturna. Tra l’altro senza nemmeno avere un posto di riparo, esposto a tutte le varie intemperie: “Stavo effettuando il servizio regolarmente — spiega — quando ho accusato un momentaneo mancamento, legato ai miei noti disturbi cardiaci. Ho deciso, per non aggravare la situazione e garantire comunque la mia presenza, di fermarmi al bar Hublot presso che lo stesso è di pertinenza al controllo della stessa suddetta, che si trova a pochi metri dal percorso di ronda, e di bere un po’ d’acqua per riprendermi”. Una sosta di una manciata di minuti, a soli pochi metri dal luogo di lavoro, che però non è stata compresa né tollerata.
“Inspiegabilmente, dopo alcuni giorni, la società mi ha licenziato per giusta causa (per abbandono del posto di lavoro)” continua — “Non stavo facendo altro che cercare di non sentirmi male mentre ero in servizio. Non ho abbandonato il lavoro, non sono uscito dall’area, mi sono fermato solo il tempo necessario per riprendermi”. Olla, che sottolinea la propria lunga esperienza nel settore della sicurezza privata, parla di un licenziamento “ingiusto e sproporzionato” e annuncia di aver già avviato le procedure legali per far valere le proprie ragioni. “Chiedo solo giustizia — conclude —. Nessun lavoratore dovrebbe temere per il proprio posto solo perché, per motivi di salute, è costretto a fermarsi per pochi minuti”. La vicenda, che evidenzia ancora una volta le condizioni spesso difficili in cui si trovano a operare i lavoratori della vigilanza notturna, ha suscitato indignazione tra i colleghi e potrebbe aprire un nuovo dibattito sulle tutele effettive dei diritti dei lavoratori nel settore.Ma la società datrice di lavoro tramite il legale Anna Maria Busia replica: “Abbiamo presentato querela per diffamazione, i fatti reali non sono questi”. Nei prossimi giorni la replica ufficiale dell’azienda.










