Amate da adulti e bambini, le chiacchiere o frappe a seconda delle zone di Italia restano un dolce iconico del periodo di Carnevale. Ma quelle proposte dal maestro pasticcere Iginio Massari rischiano di avere un pizzico di amaro: quest’anno, infatti, per poterle gustare sarà necessario spendere 100 euro al chilo, con un rincaro del 25% rispetto allo scorso anno. Un prezzo che non ha lasciato indifferenti, nemmeno lo chef e docente Guido Mori, che in un’intervista a Repubblica ha giudicato in modo estremamente critico la scelta del maestro bresciano. Il cibo, per Mori, “è nutrimento, tradizione e naturalmente convivio, specie per una festa così popolare come il Carnevale. Gli abiti di lusso hanno un valore intrinseco legato al marchio, e se ne può fare a meno. Il cibo, invece, è essenziale.” E sostiene che “il prezzo si discosta troppo dal costo delle materie prime”. La proposta di Massari sarebbe quindi “uscita dal concetto di alimento. Perché si calcola il food cost? Per capire quanto ci costa produrre qualcosa e quanto vogliamo guadagnarci. Qui non stiamo più parlando di cibo, ma di cinture di Gucci”. Un costo che quindi sarebbe “giustificato” più dal nome, dal brand stesso Massari che da particolari qualità del cibo stesso, che non possono far accettare il prezzo finale al consumatore.













