Quando dici Zeman pensi immediatamente ad un elevato numero di goal che inevitabilmente il modulo e la sua filosofia di gioco riescono a garantire. Eppure in 18 partite con il boemo in panca, si è raccolto un bottino di 23 goal, per una media di 1,27 a partita.
Un dato troppo basso, se si considera che, l’attacco dovrebbe sopperire anche alle carenze di una difesa che escludendo due sole partite, ha sempre e comunque subito almeno una rete. In passato Zeman era riuscito a scoprire talenti offensivi non indifferenti, in grado di passare da illustri sconosciuti a protagonisti in palcoscenici tra i più importanti. Invece nella sua esperienza rossoblù ha quasi sempre impiegato un Cossu sul viale del tramonto e quasi mai la giovane “promessa” Longo, apparso ad onor del vero, quasi mai efficace in zona goal.
Perduto un Ibarbo perfetto esempio del giocatore capace di prestazioni a corrente alternata, al suo posto sono arrivati Mpoku e Cop. Il primo ha un talento indiscutibile, ma nelle prime due partite della gestione Zeman 2.0 non è sembrato perfettamente a proprio agio nel ruolo di ala; il croato invece capace di segnare grappoli di goal nel campionato della sua terra natia, ha messo ha segno una splendida marcatura all’esordio per poi perdersi anche nella gestione Zola.
Farias è perfetto nell’interpretare movimenti e tempistiche dello spartito zemaniano, certo fare goal non è il suo mestiere, ma qualche maractura in più è lecito attendersela se si vuole centrare una salvezza difficilissima. Joao Pedro che non è ne carne ne pesce, sta offrendo delle prestazioni di segno nettamente opposto rispetto l’inizio di campionato, dove la cura Zeman non aveva ottenuto gli effetti sperati; il suo gioco tra le linee consente un apporto gradito sia in zona goal che in termini di assistenze per i compagni.
La ciliegina sulla torta di un attacco che ad inizio stagione prometteva ben altro, è rappresentata da Marco Sau, già pupillo di Zeman a Foggia, chiamato a finalizzare la mole di lavoro prodotta dal collettivo.
Se un inizio di campionato aveva lasciato ben sperare, intuendo un bottino di goal in doppia cifra, l’infortunio nella gara casalinga con il Genoa, ha tolto peso ad un attacco povero, risultando uno dei fattori che son costati l’esonero all’allenatore ceco.
Il parco attaccanti è obiettivamente povero, non tanto per qualità e in ottica futura, ma sotto l’aspetto dell’efficacia ed efficienza attuale; un Sau che complice la sosta per le gare della nazionale può recuperare ed essere al 100 % è una delle poche, se non l’unica ancora di salvezza a cui aggrapparsi.













