Ci sono le lacrime, laiche o “religiose” poco importa, di chi crede che non ci sia nulla oltre la morte e di chi confida nell’esistenza di un Dio, nei campi di via Don Bosco c’è spazio per tutti perchè il messaggio principale è uno: la sicurezza al volante. E, accanto, il ricordo di quattro giovani vite spazzate via un anno fa nel terribile incidente di viale Marconi a Cagliari. Il primo memorial dedicato a una di loro, Najibe Zaher, ha portato in qualche modo a ricordare anche le altre tre vittime. Era poco prima dell’alba di una domenica che avrebbe portato tutti i sardi a piangere quattro loro “figli”. All’evento, organizzato dagli amici della giovane, c’erano alcuni giocatori rossoblù, Scuffet e Zappa, il sindaco selargino Gigi Concu, il comandante della Polstrada Giovanni Marziano e, ovviamente, papà Omar e mamma Merita Agus: “Ringrazio tutti gli organizzatori dell’evento e chi ci ha ospitato. Il tema principale è quello della sicurezza e non mi stancherò mai di parlarne, sinchè Dio mi darà la forza”, dice Omar Zaher. “La Polstrada sta facendo tantissimi progetti, anche legati all’educazione stradale nelle scuole. Prego sempre che nessuno viva mai il nostro dolore. Io e mia moglie ci diamo la forza per andare avanti e continuare a parlare perchè è importante anche salvare una sola vita umana. Mi sono battuto per ottenere i pullman del sabato notte, ai ragazzi dico di prenderli o di chiamare i genitori”. Insomma, tutto fuorchè commettere leggerezze o imprudenze che potrebbero essere fatali. Scuffet ha rimarcato “la necessità di attenzione ala guida, ogni volta che siamo in auto bisogna limitare al massimo le distrazioni e seguire il codice della strada”.
Parole toccanti e profonde anche quelle di Giovanni Marziano, il numero uno della Polstrada di Cagliari ha dispensato consigli come farebbe ogni buon padre di famiglia: “Celebriamo il ricordo di una ragazza insieme a due genitori meravigliosi che hanno fatto di questo tragico evento un momento per diventare parte attiva in quella che è, anche, la nostra missione”, cioè “il rispetto delle regole quando si è alla guida dell’auto, del motorino, di un monopattino o anche quando si è a piedi. Sempre massima prudenza”, ricorda Marziano, “in un momento la vita può cambiare e distruggersi. Bisogna instillare anche nei più piccoli tute le regole, ognuno di noi si faccia un esame di coscienza”. Il sindaco Concu ha tenuto stretta la mano di papà Omar per tutto il tempo del suo intervento: “È dura. Ragazzi, la vita è una, oggi qui c’è la polizia Stradale che ci protegge quando siamo nelle strade. In tutto quello che facciamo dobbiamo metterci la massima attenzione, come quando giochiamo a calcio. Alcune volte succedono cose brutte ma ricordiamo tutti i giorni le persone per il bene che hanno fatto sulla terra. Con Omar ci confrontiamo spessissimo e gli dico che la gente è con noi. Dobbiamo fare di tutto per avere nella vita atteggiamenti consoni e essere sobri e lucidi prima di guidare una macchina, sennò può essere un proiettile”. Dopo le tante dichiarazioni, spazio al torneo di calcio. Ma il risultato importante non era quello del campo, ma quello ottenuto, con una vasta partecipazione anche di semplici cittadini, fuori dal campo.










