“Lungi da me giudicare le persone, le storie, ma si giudica il principio. Stiamo scambiando un delitto per un diritto, si ha paura di dire, e anche la politica ha paura a dire questo, che l’aborto è un omicidio”.
Così Cora Boccia, giornalista sarda e vicedirettrice del Tg1, in una trasmissione della Rai è intervenuta sul tema della legge 194. Proprio in questi giorni è in discussione un emendamento del Governo al Pnrr che prevede la possibilità per le Regioni di introdurre personale delle associazioni anti-abortiste nei consultori.
La frase ha acceso tantissime polemiche. “Prima infilano i provita nei consultori, poi la vicedirettrice del Tg1 sostiene – durante una trasmissione del “servizio pubblico” – che “stiamo scambiando un delitto per un diritto” e che “l’aborto è un omicidio””, attacca la deputata cagliaritana Francesca Ghirra, Alleanza Verdi Sinistra, “però ci accusano di essere allarmisti e di non aver alcuna intenzione di toccare la 194. In che modo ancora pensano di smantellare i diritti che le donne hanno conquistato con dure lotte? È del tutto evidente che, pur non intervenendo sul testo della legge, vogliono renderla inapplicabile, colpevolizzare le donne che, per un motivo o un altro, prendono la dolorosa scelta di abortire. Mentre il mondo va avanti, in Italia si torna al medioevo. Ora basta”.
Forza Italia difende Boccia. “La libertà di opinione non é tale, se è intesa solo a senso unico”. Così Ugo Cappellacci, Presidente della Commissione Affari Sociali e Salute, interviene sulle polemiche seguite alle dichiarazioni della giornalista Incoronata Boccia sull’aborto. “Si grida continuamente per censure inesistenti per poi invocare il rogo per chiunque esprima un pensiero diverso da quello del mainstream. Altrettanto contraddittoria è la posizione sulla legge 194. Forse farebbero bene a rileggerla, a partire dall’articolo 1, che recita: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio”. “Anche nei casi in cui è prevista l’interruzione di gravidanza – sottolinea Cappellacci- vi è nella legge la difficile ricerca di un punto di equilibrio, che tiene sempre conto del bene-vita del concepito. Insomma la legge – ha concluso Cappellacci- comprende anche un diritto a non abortire, che dovrebbe essere incoraggiato con misure di sostegno concreto e non può essere oscurato in nome di una serpeggiante ideologia “pro morte”, mascherata da tutela delle donne. Tutela, quest’ultima, che viene dimenticata quando invece si parla di utero in affitto e in quel caso si compie un vero e proprio delitto verso l’integrità della donna e spesso la compravendita di un essere umano”.












