“Sono stato aggredito da 10 stranieri e mi sono difeso”. Mamadou “Murid” Sene, il pluripregiudicato 42enne che ha appiccato il fuoco nello stabile di via Riva di Ponente a Cagliari, occupato abusivamente da 38 immigrati, si difende dal carcere di Uta nel quale si trova da ieri pomeriggio. L’ha fatto comunicando con il suo legale, Fabio Cannas: il quarantaduenne ha un occhio tumefatto ed è dolorante. Era tornato a vivere in quel tugurio da poco, dopo un ultimo periodo trascorso agli arresti domiciliari fuori città, e non avrebbe legato con una parte degli occupanti, stranieri come lui. Ieri notte, quindi, è scoppiata una violenta lite, l’ennesima, e poi il quarantaduenne ha dato fuoco a dei rifiuti. Racconti di una convivenza difficile, in una struttura di proprietà della Regione diventata, col passare degli anni e dei decenni, fatiscente. Una buona parte degli ormai ex occupanti sono irregolari e hanno ricevuto il foglio di via, entro sette giorni dovranno lasciare l’Italia. I regolari, invece, saranno ospitati nelle strutture comunali o nei centri d’accoglienza.
Sene, domani mattina, affronterà l’udienza di convalida del fermo, alle 10:30, davanti al gip Luca Melis. Non si sa se parlerà, difendendosi dall’accusa di incendio colposo, o se sceglierà il silenzio. Nelle ore successive, dopo la relazione del gip, sarà il pm Marco Cocco a decidere le confermare la custodia cautelare in carcere per il 42enne, o se scegliere una misura più morbida.










