Di Paolo Piu
“Dei violini al dolce suon / nessuno può il ballo ignorar!” è il motto che fa da leit motiv allo svolgersi dell’azione de La vedova allegra (Die lustige Witwe), la più classica delle operette, scritta dal compositore austro-ungarico Franz Lehár, su libretto di Viktor Léon e Leo Stein, rappresentata per la prima volta a Vienna il 30 dicembre 1905, che da allora gode di un ininterrotto successo. Il 18 dicembre è stata rappresentata a Cagliari nel nuovo allestimento del Teatro Lirico per la regia di Mario Corradi e la direzione musicale di Sebastiano Rolli, come ultimo appuntamento della stagione lirica e di balletto 2015.
La narrazione del testo, totalmente riscritto per l’occasione e tradotto in italiano, è stata affidata al personaggio di Njegus (in questa occasione interpretato da una donna), che svolge la funzione di narratore della vicenda e ha il ruolo di collegare le varie parti musicali tra loro. Accurata la ricostruzione degli eleganti costumi di Italo Grassi e Anna Bertolotti, che rendono lo spettacolo godibilissimo, non solo per le musiche ma anche per le coreografie e le ricostruzioni d’epoca.
Pur ambientata nella Parigi degli inizi del secolo scorso, si respira per tutta l’opera un’atmosfera lussuosa ed esaltante come quella della Vienna della Belle Epoque. “Il valzer è un sentimento che si danza, il valzer è Vienna”, come dice un verso dell’operetta stessa. Ma è importante sottolineare anche la bellezza delle danze tradizionali dei Paesi balcanici all’interno della fabula del II atto, e il trascinante can-can dell’allegro finale.
Nonostante sia passato più di un secolo, la storia è sempre attuale, basata sulla dicotomia amore e denaro.
Anche la trama è lineare: la vedova Hanna Glawari dell’immaginario Paese di Pontevedro nei Balcani, ha ereditato dal marito, morto appena cinque giorni dopo il matrimonio, una fortuna pari a 20 miliardi. Tutti i gentiluomini e gli arrivisti parigini, che intessono la trama di storie incrociate alla vicenda principale, bramano sposare la ricca vedova, mirando all’immenso patrimonio in suo possesso. Fra tutti gli spasimanti Hanna sceglierà il Conte Danilo, l’unico che orgogliosamente le resiste, ma che alla fine capitolerà e le dichiarerà pubblicamente il suo amore. “Sarà vittoriosa la forza dell’amor” è il verso che suggella il lieto fine dell’operetta, in replica il 19, 20, 22, 23, 29 e 30 dicembre, che come di consueto ha riscosso il favore del pubblico, accorso numeroso alla rappresentazione.
Interpreti dell’operetta sono due compagnie composte da acclamati artisti, che si alternano nelle recite: Enrico Maria Marabelli (Il barone Mirko Zeta), Marina Bucciarelli (18, 20, 23, 29, 30)/Caterina Di Tonno (19, 22) (Valencienne), Giuseppe Altomare (18, 20, 23, 29, 30)/Andrea Zaupa (19, 22) (Il conte Danilo Danilowitsch), Micaela Marcu (18, 20, 23, 29, 30)/Larissa Alice Wissel (19, 22) (Hanna Glawari), Leonardo Cortellazzi (18, 20, 23, 29, 30)/Matteo Mezzaro (19, 22) (Camille de Rossillon), Stefano Consolini (Il visconte Cascada), Mauro Secci (Raoul de St. Brioche), Nicola Ebau (Bogdanowitch), Enrico Zara (Kromow), Salvatore Grigoli (Pritschitch), Veronica Franzosi (Njegus).













