di Paolo Rapeanu
Ha letto insulti su insulti, tra “trombapecore”, “sardignoli”, “Isola di m****” e tante altre parole e frasi che ben oltrepassano il limite della volgarità. Salvatore Garau, consulente pubblicitario 50enne di San Sperate, è rimasto sconcertato dalla valanga di commenti contro i sardi presenti nel gruppo “Sardegna amore mio”, che sarebbe stato “rubato” da alcune persone che si nascondono dietro profili falsi. Così, anche dopo aver appreso la notizia della sua esistenza da Cagliari Online, ha pensato di segnalare una foto nella quale si vede un bosco avvolto dalle fiamme e una frase da brividi a corredo: “Questa è la Sardegna che ci piace. È sempre emozionante vederla bruciare”. Ha prima provato a lasciare qualche commento, poi ha condiviso l’immagine per mettere in guardia i suoi contatti. Mai l’avesse fatto.
“Facebook mi ha segnalato quale istigatore alla violenza, bloccandomi il profilo per tre giorni. Un danno non di poco conto, visto che lo utilizzo principalmente per motivi lavorativi”, spiega Garau, “dopo aver provato a commentare i singoli post ho condiviso quella squallidissima foto di alberi che bruciano. Pensavo di fare una cosa giusta, invece è avvenuto l’esatto opposto, sono stato ‘punito’”, prosegue, arrabbiato, il 50enne. “Sembra quasi”, aggiunge, “che le persone che gestiscono quel gruppo pieno di insulti contro i miei conterranei godano di chissà quale protezione”, visto che ormai sono quattro giorni che agiscono indisturbati, spargendo sul principale social messaggi d’odio e di scherno contro un’intera Isola.











