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di Jacopo Norfo
Chi sarà il “corvo” dell’ospedale Brotzu? Chi ha scritto la lettera anonima che ha clamorosamente aperto un caso per omicidio colposo sulla strana morte del 49enne Davide Colizzi a Cagliari? Forse qualcuno che era proprio lì, dentro la sala operatoria, tanto da scrivere alla moglie del defunto raccontando che a suo parere “non è stata una terribile disgrazia”? C’è un precedente del 2006, di un caso analogo che riguardò la morte di una donna operata al cuore, con tanto di lettera rivelatrice. Anche in quel caso finì indagato, tra gli altri, il capo dell’equipe di cardiochirurgia Emanuele Cirio, ma il caso fu archiviato. Un nemico del medico? La lettera ricevuta da Roberta Uda, la moglie di Colizzi, è stata scritta a mano su un foglio con carta intestata del Brotzu. Il “corvo” voleva insomma mettere una firma, fare sapere che la missiva proveniva da dentro l’ospedale. Il Corriere della Sera intanto ha fatto diventare il caso nazionale svelando anche diversi particolari di questa lettera anonima ma a dir poco pungente, che ha spinto la moglie a rivolgersi a un avvocato e la Procura ad aprire un’inchiesta con tanto di autopsia quasi in extremis, prima della cremazione dell’uomo (di mestiere faceva lo sminatore) morto qualche giorno fa. Alcuni passaggi sono inquietanti: il corvo parla di una macchina che si blocca durante l’operazione, che però prosegue. E assicura che ci possa essere stato un chiaro errore umano, altro che disgrazia. Tre giorni di coma, ma forse l’uomo era morto subito? Così afferma lui, il corvo dei misteri. Sarà la magistratura a fare luce.