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I pensionati cagliaritani scendono in piazza, affiancati dal sindacato Usb, per protestare contro il “taglio del cuneo fiscale”, previsto dal Governo, che li escluderebbe in pieno. A conti fatti, si tratta di “cento euro in più al mese” pronti a finire, dalla prossima estate, dentro le tasche di tantissimi lavoratori, soprattutto precari e part time. Chi ha oltre sessantacinque anni e una pensione, però, non ci sta. Ecco perchè una trentina di cagliaritani e cagliaritane hanno deciso di protestare sotto la prefettura: il sit in è durato circa un’ora e mezzo e, alla fine, è stata consegnata una lettera con tutta una serie di richieste per Roma: dall’abbassamento dell’età per smettere di lavorare e andare in pensione a una “rimodulazione” della pensione stessa che dev’essere proporzionata all’aumento del costo della vita, sino ad arrivare al punto principale della battaglia: “Il bonus di cento euro dev’essere concesso anche a noi”, spiega Enrico Rubiu, sindacalista e coordinatore regionale dell’Usb Pensionati: “In Italia chi prende una pensione di 1500 euro al mese paga il 20,73%di tasse mentre in Spagna il prelievo fiscale sarebbe del 9,5%, nel Regno Unito del 7,2%, in Francia del 5,2% in Germania, dello 0,2%”.
“È ingiusto lasciare fuori dal bonus tutti i pensionati, a Cagliari la maggior parte delle pensioni arriva a malapena a mille euro. Anche cento euro in più al mese sono fondamentali, abbiamo molte segnalazioni di uomini e donne, anziani, che faticano ad arrivare alla terza settimana del mese”, afferma Rubiu. “Ricordo che sono sempre più i pensionati ad aiutare i figli e i nipoti disoccupati o che hanno perso all’improvviso il lavoro. È tutto collegato: se non ci sono i soldi per badare alle necessità primarie, come il cibo, poi ci si ammala e le cure, purtroppo, non sempre sono gratis”.