In Sardegna, la Pasqua non è solo un momento di raccoglimento religioso, ma anche un’occasione per riscoprire riti antichi, espressioni autentiche della cultura popolare. Tra questi, spicca la tradizione del “su coccoi cun s’ou”, il pane con l’uovo: una preparazione simbolica, ricca di significati, che unisce arte, fede e identità territoriale. A raccontare l’importanza culturale di questa tradizione è l’antropologa Veronica Matta, presidente dell’associazione Sa Mata – L’albero delle idee: “Ricreare questi manufatti oggi è un atto di orgoglio per chi continua a tramandare le tradizioni. Ogni pane diventa un tributo alla civiltà contadina che, nel periodo pre-tecnologico, celebrava ogni tappa della vita con un pane distinto per ogni occasione. Ogni festa aveva il suo pane, ogni momento della vita un gesto da trasmettere attraverso l’impasto. Questi pani non sono semplicemente cibo, ma simbolo dell’identità profonda del nostro territorio”.
Oggi, questa memoria prende nuova vita grazie al lavoro di artigiane come Rita Cardia che continua a realizzare i manufatti, eredità della cultura sarda con una sensibilità che unisce tradizione e creatività contemporanea. Le sue creazioni sono vere e proprie opere d’arte effimere, capaci di narrare storie attraverso la forma e la materia. “Ogni pane che creo ha una storia – racconta Cardia – mi piace pensare che le mie mani seguano il ritmo di quelle delle donne che ci hanno preceduto, quando il pane era un dono e una benedizione, regalato soprattutto per i bambini della famiglia, dalle zie, dalle madrine e dalle nonne, la mattina del giorno di Pasqua, riempiendoli di gioia”.
Il coccoi de Pasca, quindi, non è soltanto una preparazione gastronomica, ma un atto culturale, un’eredità che resiste al tempo e continua a parlare con forza, anche nel presente con un augurio di abbondanza e prosperità per la famiglia che lo riceve.