È uno sfogo pieno di dolore quello di Imma Izzo, madre di Noemi Durini, sepolta viva e uccisa a soli 16 anni dal fidanzato Lucio Marzo nel settembre del 2017 a Specchia, in provincia di Lecce. Il giovane è stato condannato a 18 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio volontario nel 2019, ma già dopo 3 anni ha potuto usufruire di diversi permessi premio, durante i quali ha potuto votare alle elezioni, guardare le partite del Cagliari e anche frequentare una ragazza. Inoltre, durante uno di questi permessi, Marzo è stato anche trovato alla guida in stato di ebbrezza, fuggendo poi ai Carabinieri. Inaccettabile per la madre di Noemi, che con il suo avvocato si è rivolta direttamente al Ministro della Giustizia Nordio attraverso una lettera: “Già la parola “premio” ci fa rabbrividire. Penso faccia rabbrividire l’Italia intera. Quale premio può essere concesso a un assassino? Nessuno si rende conto della pericolosità sociale di questa persona?”, spiega Izzo con la sua legale Valentina Presicce: “Noi non ci stanchiamo di sensibilizzare ma lo Stato deve fare la sua parte. Il caso di Lucio è la prova evidente di come il sistema di giustizia minorile e di recupero non funzioni come dovrebbe. Ecco perché chiediamo, oltre all’abolizione dei permessi premio per reati gravi come il femminicidio, anche provvedimenti urgenti a carico di coloro che hanno concesso permessi premio in violazione di legge a un detenuto ancora pericoloso per la società”.
E concludono : “La nostra battaglia non si fermerà finché Giustizia vera non sarà fatta per Noemi e per tutte le donne che avrebbero meritato un finale diverso. Continueremo a dare voce a chi voce, purtroppo, non ha più”.













