“La collega positiva al pronto soccorso del Policlinico: tutti insieme per salvare la vita dei medici e dei pazienti”. Una bellissima lettera, quella con cui il primario del Policlinico Gigi Zorcolo risponde alla collega Laconi invitando all’unità dei medici dopo i giorni delle polemiche: “Innanzitutto, mi preme ringraziare te e il tuo staff per quello che avete fatto finora e che state continuando a fare quotidianamente per fronteggiare questa difficilissima situazione che ha coinvolto e sconvolto la vita lavorativa di tutti quanti: la vostra, che siete il “front office”, ma anche la nostra che siamo il “back office”dell’Ospedale.
Tutti quanti in questo ospedale siamo purtroppo esposti ai rischi del Corona Virus.
Però, se è vero che voi avete a che fare con pazienti diagnosticati positivi che vengono immediatamente dirottati al Santissima, è altrettanto vero che il resto dell’ospedale è quotidianamente esposto, troppo spesso senza le vostre stesse protezioni, a pazienti di cui purtroppo la positività non è nota (e i fatti recenti ci hanno dimostrato che spesso si tratta di vettori involontari del virus), sui quali vengono eseguite procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive che espongono gli operatori a rischio elevatissimo di contagio.
Mi dispiace che abbiate preso la nostra lettera come una accusa nei vostri confronti, ma non mi sembra che ci fosse scritto nulla che mettesse in dubbio il vostro operato.
Le nostre richieste e le proposte formulate alla Direzione, iniziate verbalmente alcune settimane fa e poi proseguite a mezzo di lettere ufficiali, non sono certo in contrapposizione con i colleghi del PS, ma anzi sono state fatte anche nel loro/vostro interesse, perche’ migliorare il sistema di identificazione dei casi positivi chiedendo di non limitarsi al triage clinico, significa proteggere maggiormente tutti i sanitari e gli altri pazienti e perciò significa garantire quel ruolo di Ospedale no Covid che ci è stato assegnato e che abbiamo il dovere,tutti quanti, di mantenere.
Il fatto che siano entrati in Ospedale pazienti rivelatisi poi positivi non significa che al PS non sia stato fatto un accurato Triage, significa semplicemente che quel Triage non è più adeguato. Forse lo poteva essere all’inizio dell’epidemia, quando i casi in Sardegna erano pochi e il fattore epidemiologico dei contatti con le zone rosse aveva un certo significato. Voi avete fatto e continuate a fare del vostro meglio, ma questo non basta a garantire la sicurezza dell’ospedale. Addirittura, stiamo vedendo che non basta nemmeno la negatività di un solo tampone.Il collega con tampone e siero negativi aveva una sintomatologia tipica e soprattutto una TC patognomonica. Credo che non spettasse a voi del PS la decisione sul da farsi, ma ti posso garantire per esperienza personale che al SS. Trinità, come dappertutto, un paziente con quel quadro clinico/radiologico viene considerato Covid+ indipendentemente dall’esito del primo tampone. Se in AOU vogliamo ostinarci a tutti i costi a seguire indicazioni che diventano obsolete nell’arco di un niente, beh, allora ti dico che io non ci sto e che continuerò a chiedere alla nostra Direzione di stare al passo con le conoscenze su questa patologia e andare oltre la “rigidità” delle linee guida. La Sardegna, e ancor più la nostra azienda, ha avuto il vantaggio di arrivare dopo le altre, ed è per questo che dovrebbe evitare di ripetere gli stessi errori.
Tornando indietro di qualche settimana, quando ho saputo del contagio della collega del PS mi è salito un groppo in gola, perche’ mi sono immedesimato in lei e nella sua famiglia, sapendo come stiamo vivendo tutti noi da quando l’epidemia è arrivata in Sardegna, e sono rimasto sorpreso quando ho letto sulla stampa la nota aziendale che diceva che “l’infezione sarebbe legata ad un contatto esterno alla struttura sanitaria”. Ho pensato, e questo vale anche per gli altri colleghi che sono stati contagiati di recente, che ciò non rendesse onore ad una collega brava e coscienziosa come lei, che non si è tirata indietro nel suo lavoro e che certamente non è andata a fare baldorie a fine turno. Come anche per gli altri colleghi, la cosa più probabile è che il virus stesse già circolando in AOU a causa di pazienti asintomatici sfuggiti al Triage.
La nostra lettera alla Direzione aveva ed ha l’intento di un confronto diretto volto a fare uscire il Policlinico da questa assurda situazione e farlo ripartire come Ospedale sicuro e affidabile, per i pazienti e per chi ci lavora.
Adesso, a nostro parere va affrontata drasticamente un’emergenza contagi che, se non gestita nella maniera corretta, rischia di degenerare in una propagazione pericolosa non solo per il Policlinico ma per tutta la popolazione.
Il problema va affrontato tutti insieme, ognuno con le proprie competenze e conoscenze, avendo ben chiaro che in ballo non c’e’ solo una Azienda ma la vita di chi ci lavora dentro, dei nostri pazienti e dell’intera popolazione”.







