Non solo mare e paesaggi mozzafiato, l’Isola ostenta anche per l’arte e la cultura con tre opere che hanno incantato giuria e visitatori. Loro si chiamano Viola Vistosu Villani, premio diploma di merito, Rita Caredda e Mario Biancacci vincitori del diploma d’autore. Tratti unici di un mix di colori che racchiudono un mondo e che hanno espresso con le opere vincitrici un particolare di esso, che ha fatto centro, e pochi giorni fa sono stati premiati nella sala del Campidoglio.
La Biennale di Roma raccogliere artisti da ben 50 paesi del mondo: scultori, pittori, fotografi si presentano e dopo numerose selezioni vengono chiamati ad esporre le loro opere. Giunta alla 14^ edizione, a novembre, in piazza Navona, si è tenuto l’evento e le premiazioni il 12 aprile: “Bellissima manifestazione con tanti rappresentanti non solo del mondo dell’arte bensì della cultura e della musica” spiega a Casteddu Online Viola Vistosu Villani pittrice figuratista con la tecnica a olio. Ha rappresentato “Athena” dea della guerra, con i simboli che la caratterizzano. I colori cupi dominano, appare in un ambiente ultra terreno e di conseguenza l’artista ha scelto la tonalità del viola, in quanto è riconosciuto come un colore dell’aldilà. Le varie nuvole rappresentano il carico di tensione che preannunciano la battaglia e la sua stessa espressione è corrugata, è concentrata al pensiero della migliore strategia di guerra. Il suo sguardo è rivolto verso il basso, quindi dall’alto dell’Olimpo guarda giù e studia il campo di battaglia che sta sotto di lei, nella terra abitata dagli uomini che si preparano allo scontro.
Rita Caredda, esperta in tecniche polimateriche miste, ha vinto con “Blu Reale”, un’opera astratta, informale e rappresenta le più profonde emozioni dell’artista. Il suo essere tumultuoso alternato a momenti di serenità. Il colore blu rappresenta la ricerca della tranquillità e dell’armonia.
L’acquerello di Mario Biancacci, “Il risveglio dalla disillusione”, apre al monologo interiore, a un viaggio introspettivo nel ‘tempo’ che ben armonizza con l’acquerello elegante e sobrio, compagno fedele del Nostro. Lo spazio artistico è privo di orpelli ed è nudo nella sua essenzialità illuministica, pennellate sinuose e morbide di cromie sfumate rende l’insieme quasi impercettibile, dando enfasi a un tempo passato che seppur passato sembra essere presente nel presente di quel risveglio della coscienza, letta come il cuore pulsante della psiche umana, vibrante e oscillante tra il sogno e la realtà, tra l’illusione e la disillusione, tra il passato e il presente che già si è fatto memoria, tra il tempo che si dilata e il tempo reale: una figura di bellezza eterea e diafana, centralizzata sullo spazio artistico, si fa momento illuminante, istante cairologico, metamorfosi nel flusso incessante del divenire altro: da microcosmo interiore a verità universale, in quanto veicolo e testimone di esperienza.










