Ha sentito “quel rumore”, lui lo chiama così perchè gli ronza e gli ronzerà per sempre nel cervello, è uscito dalla sua abitazione e ha visto una Ford e un Suv distrutti. Era il 14 marzo, meno di un mese fa: sulla Provinciale 99 Alba Testa aveva appena perso la vita: “E in quello stesso punto, quattordici mesi prima, ho rischiato di perderla anche io”. Piero Pani combatte ancora con dolori e difficoltà: fratture in varie parti del corpo, costole spaccate e solo da poco il braccio sinistro ha ripreso, parzialmente, a muoversi. Era rimasto ferito gravemente nello scontro con un pick up, Pani, sessantasei anni, è rimasto vittima della stessa dinamica: “Auto urtata sul latro sinistro e, poi, presa in pieno”. Da mesi, l’uomo, sta tampinando in ogni modo possibile gli uffici tecnici: “Si tratta di una strada, di competenza della vecchia Provincia, priva di segnaletica orizzontale e con pochi cartelli, alcuni sono addirittura coperti dalle piante. Non c’è un limite di velocità chiaro, novecento metri simili a una pista con nove incroci e pochissima sicurezza”.
I suoi sos, sinora, sono rimasti inascoltati: “Ci sono 8 incroci in appena novecento metri, dalla zona di casa mia a Porto Corallo. La velocità massima dovrebbe essere di 60 chilometri orari, nessuno praticamente la rispetta. Dobbiamo forse piangere altri morti? Per quanto mi riguarda continuerò a mandare email e fare telefonate a ingegneri e tecnici chiamati a risolvere problemi come quello, gravissimo, della sicurezza sulla Provinciale 99”.











