Non è andata come lei prevedeva e come i suoi sostenitori asserivano. Il sottosegretario alla Cultura, Francesca Barracciu, già candidata alla presidenza della Regione sarda, dovrà presentarsi davanti al gup il 24 giugno, per rispondere, questa volta in giudizio, delle spese, tratte dai fondi pubblici, ritenute illecite, che tra l’altro hanno visto crescere il loro ammontare nel corso delle indagini, da 33mila euro a ben 78mila.
Evidentemente per il pubblico ministero Marco Cocco, non sono bastate le giustificazioni, a più riprese addotte dalla Barracciu, sulla chiarificazione delle spese con buoni benzina utili agli spostamenti dell’allora consigliera regionale, per ragioni di servizio. Il suo caso, che la accomuna a molti altri consiglieri regionali, dopo il boom scoppiato in seguito alle denunce della funzionaria regionale Ornella Piredda, si è presentato da subito assai anomalo, per l’impossibilità dell’imputata di fornire utili pezze giustificative a riprova della correttezza del suo operato ed anche per le numerose ‘chiacchiere’ da lei intrattenute nei social network, che l’hanno posta a più riprese al centro dell’attenzione, non ultimo il battibecco con Alessandro Gassman, con scambi al vetriolo,laddove l’attore la invitava a dimettersi insieme a tutti i sottosegretari indagati per motivi analoghi.
La somma utilizzata dalla Barracciu per la benzina utile agli spostamenti da molti è stata equiparata a quella necessaria per fare il giro del mondo, ma qualcuno ha aggiunto giustificazioni d’altro tipo, delle quali però ora non si parlerà più su Facebook ma in un’aula di un tribunale. Si dimetterà ora la sottosegretaria più chiacchierata d’Italia, citata in molti talkshow come esempio di gestione poco chiara del danaro pubblico? Ai posteri l’ardua sentenza, e soprattutto appuntamento al 24 giugno per saperne di più.











