Stava male da tempo e ha avuto un improvviso peggioramento domenica sera, mentre si trovava nella sua casa di Isili, Giovanni Pirisi, 89 anni, ex storico fabbro. Il figlio ha subito chiamato un’ambulanza che, in pochi minuti, l’ha portato a poco più di un chilometro di distanza, all’ospedale: “Prima, però, l’hanno stabilizzato con l’ossigeno. Papà stava bene ed era cosciente”, racconta il figlio Bachisio, 57 anni, carabiniere in pensione. “Il ricovero è avvenuto a San Gavino perchè il nostro pronto soccorso è aperto dalle otto alle 20. Ma noi eravamo arrivati in tempo, alle 19:35”. Niente da fare, dottori inflessibili. Nuova corsa dell’ambulanza vero l’altra struttura, dove Pirisi morirà, all’alba di lunedì., a causa di una condizione di salute diventata ormai insostenibile. “Aveva patologie pregresse, è vero, ma si sarebbe potuto salvare se fosse rimasto a Isili, più che altro per una questione di vicinanza”.
“Questa è la nostra storia, fatta di dolore ma anche di tanta rabbia. È impensabile che un pronto soccorso debba avere orari di esercizio strutturati, ma è ancora più assurdo che non si ricevano pazienti già da più di mezz’ora prima della chiusura. Lo troviamo assurdo”, tuona Bachisio Pirisi: “Forse denunceremo tutto alle forze dell’ordine. Intanto, però, ricordo a tutti che i politici sardi stanno pensando di costruire 4 nuovi ospedali, quando forse basterebbe potenziare quelli esistenti per far vivere dignitosamente le persone”.









