“Confesso. Nonostante la mia distanza infinita dalla #Meloni, saperla prossima incaricata a costituire e guidare il governo, mi impressiona molto. Come e cosa farà lo vedremo. Rimane il fatto storico e politico.Sarà Lei la prima a varcare la soglia di Palazzo Chigi. Donna di destra che ha vinto le elezioni da leader indiscussa. Chapeau!”. A dirlo non è certo una esponente di Fdi ma Romina Mura, la politica più stimata nel Pd sardo, presidente uscente della commissione Lavoro alla Camera. Giorgia Meloni è in assoluto il fenomeno politico che più di tutti passa davvero alla Storia dell’Italia: non è solo la prima donna premier incaricata, ma è come ha saputo gestire gli ultimi giorni che dimostra la sua statura politica. Si è incartata Salvini e Berlusconi in un colpo solo: prima triturandoli alle urne, poi smussandone ogni angolo sulla formazione del governo, e soprattutto riuscendo a resistere a ogni provocazione del Cavaliere, tra la vodka di Putin e l’annuncio “finto” di Casellati alla Giustizia.
Invece i ministri li ha scelti lei, ha saputo apparire il meno possibile, non ha fatto trionfalismi dopo avere ottenuto il 26 per cento, si è chiusa in un luogo segreto per ultimare le trattative, ben sapendo che va a governare in uno dei momenti più delicati della Repubblica, tra bollette alle stelle e una guerra in corso. Una “donna con gli attributi”, il leit motiv sentito nei bar e nei ristoranti, che ha saputo schivare il fuoco delle accuse dei tanti giornali di sinistra, incenerendo con fatti sguardi e parole i Travaglio di turno. Giorgia Meloni vince perchè è la nuova generazione della politica italiana, giovane e coraggiosa, nata sulle ceneri del fallimento totale delle promesse del Movimento 5 Stelle, dei Toninelli e dei Di Maio, e grazie agli autogol a raffica di Conte e del Pd.
Non sarà la Le Pen italiana, che invece non ha mai vinto davvero. Avrà una squadra di ministri scelti non per accontentare i partiti amici (emblematico come ha liquidato la Ronzulli, sancendo il crepuscolo di Berlusconi) ma per combattere contro gli enormi scogli che rischiano di fare sprofondare l’Italia in una recessione pericolosissima. Le frasi di Romina Mura del Pd non avvengono per caso, altre donne di sinistra in questi giorni la guardano ammirate: “Se è riuscita davvero ad arrivare sin lì e ad arrivarci così, è una donna davvero forte”. Repubblica, il giornale che la ama di meno, l’ha definita con un termine inconfutabile: “la leader”. Non “la leader del centrodestra”, LA LEADER. Certo fanno sorridere quelli che la chiamavano “la ciaciarona” il giorno che, mentre morivano centinaia di italiani per Covid alla vigilia di Pasqua, esultavano alle parole di Conte che “faceva nomi e cognomi”. I suoi sostenitori la definiscono “Determinata, caparbia e preparata. Sicuramente esempio e ispirazione”. I suoi detrattori scommettono che il suo governo non durerà più di sei mesi e un giorno.
Ma soprattutto c’è un dato di fatto: Giorgia Meloni è la prima donna premier incaricata nella storia d’Italia perchè la sinistra non ha mai puntato sulle donne, anzi spesso personalità forti sono state osteggiate (da Rosy Bindi alla Finocchiaro, solo per fare due nomi, a Nilde Jotti). Nessuno ha mai voluto dare lo scettro del Consiglio dei ministri a una donna. Lo fa la destra più vera, da combattere nei suoi estremismi, perchè ha una leader che si è fatta da sola, in centinaia di comizi. Che non fa promesse tipo “aboliamo la povertà”, “apriremo il Parlamento come una scatola di tonno”, ma che alle poltrone preferisce il lavoro. “Io sono Giorgia”, auguri e buon lavoro: il nostro giornale, come sempre, sarà il primo a vigilare sugli errori e sulle denunce dei cittadini. (foto Ansa dal nostro giornale partner Quotidiano.net)













