“Io, ristoratore di Cagliari minacciato dai contrari al green pass: sono costretto a chiederlo”

Weekend quasi da incubo per Mauro Trudu, titolare di un locale in via Salaris: “Lamentele e urla, qualcuno voleva addirittura chiamare i carabinieri e denunciarmi. Assurdo. Ma perchè non lo chiedono anche nelle chiese e nei supermercati?”


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L’hanno salvato, economicamente parlando, i tavolini piazzati fuori, nelle gallerie Ormus. Ma a livello emotivo, il primo weekend con l’obbligo del green pass non è stato certo una passeggiata per tanti ristoratori, anche a Cagliari. A livello sindacale, la Fipe Confcommercio ha già promesso di imbastire azioni legali contro i gruppi WhatsApp dove vengono segnalati e boicottati i locali food (la maggior parte) che richiedono la certificazione verde, come appunto prevede la legge. A livello singolo, tra i tanti casi c’è quello di Mauro Trudu, gestore di un ristorante-hamburgeria in via Salaris. Sabato e domenica non nasconde di aver avuto difficoltà e di aver vissuto anche situazioni di caos: “Tanti clienti non avevano il green pass, tra loro c’è chi si è lamentato e si è messo a urlare che avrebbe chiamato i carabinieri per denunciarmi perchè il mio era un atto anticostituzionale. Altri mi hanno minacciato, tra promesse di recensioni negative del mio locale sui social e denunce alle Forze dell’ordine”, racconta Trudu: “Io ho solo fatto il mio dovere, sono costretto a chiedere a tutti quelli che vogliono accomodarsi nei tavoli interni il green pass, anche se così com’è stato organizzato non lo condivido”.

 

E perché? “Semplice, perchè i clienti si sentono presi in giro. Devono avere la certificazione verde per un ristorante al chiuso, ma invece non serve per andare in chiesa o nei centri commerciali. Ecco”, chiosa Trudu, “perchè non lo impongono anche lì? Io e i miei collaboratori proviamo a continuare a lavorare sereni, siamo tutti vaccinati, qualcuno attende solo la seconda dose per completare il ciclo”.