No al referendum sull’insularità. L’Ufficio regionale del referendum ha dichiarato illegittimo il quesito proposto dal Comitato per l’inserimento del principio di insularità nella costituzione. Firmato da 92 mila sardi. “Sapevamo bene che il cammino verso il riconoscimento del principio d’insularità sarebbe stato difficile, come tutte le scelte che rivoluzionano “su connotu”, spiega Roberto Frongia, presidente del comitato, “mai avremmo però immaginato un’interpretazione burocratica di questo genere, che sostanzialmente nega il diritto dei sardi ad utilizzare lo strumento referendario, contraddicendo mille altre interpretazioni precedenti. Forti del parere di illustri costituzionalisti e amministrativisti impugneremo immediatamente questa scelta pazzesca”, aggiunge, “che violenta la sovranità popolare espressa da 92mila sardi e ritarda la partenza della rivoluzione della responsabilità e della consapevolezza che può davvero cambiare la testa e il futuro dei sardi.
Agiremo nelle prossime ore in tutte le sedi giudiziarie”, conclude, “per difendere la libertà di manifestazione del pensiero da parte dei cittadini sardi”
Pigliaru. “L’Ufficio del Referendum, nella sua piena autonomia, ha assunto una decisione per la quale esprimo il massimo rispetto. Al di là delle questioni tecnico-giuridiche affrontate dall’Ufficio, ritengo comunque che non vengano meno le ragioni di merito su questo argomento per noi così importante”.
Lo dichiara il presidente Francesco Pigliaru in riferimento alla non ammissibilità del referendum sull’insularità. “Decine di migliaia di cittadini sardi, con la loro partecipazione – prosegue il presidente Pigliaru -, hanno infatti mostrato chiaramente la volontà di esprimersi sul tema dell’insularità inteso come svantaggio permanente per lo sviluppo della nostra regione. Qualunque sia l’esito finale del ricorso ora annunciato dal Comitato promotore, ritengo fondamentale portare avanti con decisione il percorso di riconoscimento dell’insularità con il pieno coinvolgimento dei cittadini sardi”, spiega Francesco Pigliaru. “Questa Giunta ha lavorato fin da principio sulla questione insularità come fattore strutturale di svantaggio: dal dossier sui costi che ne derivano presentato al Governo italiano e dal quale è scaturito il Patto per la Sardegna con risorse per mitigare alcuni di quegli svantaggi, al costante lavoro fatto in questi anni con Baleari e Corsica per un’azione congiunta a favore delle isole periferiche, sino alla forte richiesta al Governo perché si attivi per ottenere dall’Unione Europea una concreta attuazione dell’articolo 174 del TFUE, richiesta che si affianca all’iniziativa dei Parlamentari sardi nell’ultima legge di stabilità nazionale. Per questo ogni proposta legittima che possa rafforzare l’azione comune per il raggiungimento dei nostri obiettivi – conclude il Presidente della Regione – è non solo da auspicare ma da sostenere”.
Agus. “La decisione dell’Ufficio regionale del Referendum in merito al quesito sull’insularità, pur nella sua correttezza formale, non può non stupire”, dichiara Francesco Agus, Campo progressista, presidente della commissione Autonomie del consiglio regionale, “per il tema trattato, per il grande sostegno popolare, per la natura consultiva del referendum che non avrebbe esposto a rischi ma avrebbe avuto, come in Lombardia e in Veneto, un forte impatto politico. Nel recente passato lo stesso organo fu molto più tollerante e applicò la normativa in maniera estensiva permettendo, senza sollevare particolari problemi formali, la celebrazione di quesiti addirittura in palese contraddizione con lo Statuto d’autonomia. L’atto burocratico non deve però essere confuso con la rinuncia a ogni iniziativa sul tema.
Credo che sul tema, referendum o no, sia indispensabile la chiusura dei tanti ragionamenti aperti. L’insularità è una condizione geografica oggettiva dalla quale derivano per la nostra regione condizioni di innegabile difficoltà. Condizioni che devono essere superate garantendo il diritto dei sardi ad essere pari rispetto ai cittadini della penisola. Questo tema è causa, trasversalmente e inesorabilmente, di parte dei problemi legati alle dinamiche di sottosviluppo a cui oggi è interessata l’isola”.











