Ecco la risposta di Francesco Pigliaru:
Come è noto, siamo convinti che l’insularità impone costi particolarmente elevati. Ciò soprattutto perché tale condizione rende difficile e costosa la connessione con le reti continentali che offrono servizi essenziali per i cittadini e per le imprese.
Le conseguenze di ciò sono evidenti.
La Sardegna, nella sua specificità geografica, in primo luogo soffre limiti sempre meno tollerabili al diritto alla mobilità esterna. Non avendo mezzi di trasporto alternativi a nave ed aereo, ci ritroviamo con servizi inadeguati e a vivere il costante rischio di abuso di posizioni dominanti. Anche per la mobilità interna, l’isolamento della nostra rete ferroviaria da quella nazionale ed europea ha reso del tutto insufficienti gli investimenti statali effettuati in Sardegna con il risultato che il trasporto su ferro è oggi clamorosamente inadeguato.
Per quanto riguarda l’energia, la discontinuità data dall’insularità fa sì che la Sardegna sia l’unica regione in cui non è disponibile il metano, con i costi che tutti i cittadini e le imprese sarde ben conoscono.
Ancora, l’essere isola incide negativamente persino sull’istruzione: le università insulari fanno maggior fatica ad attrarre studenti da altre regioni, rischiando per questo penalizzazioni basate su miopi parametri ministeriali.
Sono tutti problemi risolvibili con chiarezza di idee e con investimenti adeguati, ma solo a patto che la condizione di insularità ed i problemi ad essa collegati siano adeguatamente compresi. Per questo abbiamo aperto un intenso dialogo con il Governo italiano, in una interlocuzione costante che siamo naturalmente pronti ad estendere, come e quando necessario, all’Unione Europea.
L’ottenimento di 30 milioni di euro all’anno per potenziare la continuità territoriale aerea è un primo esempio di questo dialogo. Sono ancora molti i risultati che vogliamo ottenere, riassunti nel dossier che abbiamo consegnato al Governo nel maggio scorso e sul quale quotidianamente lavoriamo insieme.
Il raggiungimento di questi obiettivi sarà il modo per dare alla Sardegna e ai suoi cittadini uguali diritti e poter usufruire di pari opportunità rispetto agli altri cittadini italiani ed europei.
Su tali temi i Sardi chiedono certamente quanto è loro dovuto in termini di risorse finanziarie, di investimenti infrastrutturali, di opportunità di integrazione e connessione nello spazio europeo. Ancor di più, vogliono prendersi la responsabilità di creare con le proprie forze e la propria intelligenza, in un più ampio contesto di leale collaborazione fra i popoli, una nuova stagione di prosperità per la propria terra e la propria gente.













