Un infarto fulminante, una delle morti più rapide e al tempo stesso choccanti. Così se n’è andato, a 64 anni, Raimondo Lecca, muratore specializzato di Selargius. I suoi colleghi l’hanno visto accasciarsi dentro la chiesa di Guamaggiore: zero parole, solo un sibilo incomprensibile e gli occhi che si sono chiusi per sempre, gettando i tantissimi amici e ancora prima la sua famiglia nella disperazione. Lecca non era un semplice muratore, ma un grande conoscitore del marmo. Per informazioni maggiori citofonare in varie chiese sparpagliate tra Quartu, Elmas e la sua Selargius e chiedere chi ha realizzato le cupole, la pavimentazione, le acquesantiere e le fonti battesimali: “Sapeva svolgere il suo lavoro benissimo, dopo 23 anni insieme a noi ce n’eravamo accorti benissimo”, dice, con la voce rotta ancora dalla disperazione, Massimo Desogus, titolare dell’azienda che aveva nel 64enne uno dei collaboratori più duttili e capaci: “Gli mancava solo un anno e mezzo alla pensione, al riposo dopo decenni di lavoro. È come se fosse morto un nostro caro, siamo una ditta a conduzione familiare e l’affiatamento, tra tutti, è sempre altissimo”.
Sotto choc la moglie di Raimondo Lecca, Susanna Marini, casalinga: proprio stamattina l’aveva accompagnato al lavoro. “Stava benissimo”. Ed è ciò che, forse, alla fine fa davvero più male e crea una sofferenza inaudita e inspiegabile. Come può un 64enne, abituato a svolgere le stesse mansioni e azioni da oltre un ventennio, morire stroncato da un infarto improvviso? Il medico legale non ha avuto dubbi, nessun segno di violenza e salma già restituita ai familiari. I due figli, un maschio e una femmina, stanno arrivando da Milano. Giovedì, salvo imprevisti, il funerale di Raimondo Lecca proprio in una di quelle chiese selargine alle quali ha ridato colore, sicurezza, geometrie e luci.











