“La firma da parte del Presidente del Consiglio, dei due decreti di attuazione delle norme sull’anticipo pensionistico, è positivo ma arriva con alcuni mesi di ritardo e, chi potrà usufruire dell’Ape Sociale e della condizione di lavoratore o lavoratrice precoce, potrà anticipare l’età di pensione senza alcun costo o penalizzazione“. Parole dure ma ben ragionate, quelle del coordinatore dell’INCA Cgil Sardegna Paolo Matta. “Se possiamo considerarlo un risultato positivo è comunque necessario rimarcare alcuni nodi che devono esser corretti e necessariamente risolti“.
Da qui un elenco delle problematiche per giovani e meno giovani lavoratori: “Intanto – prosegue Matta – la scarsità delle risorse messe a bilancio: solo 660 mila euro nel 2017.
UNA SITUAZIONE ALLARMANTE? “Credo che inevitabilmente porterà a un restringimento della platea interessata“. Non solo. “Troppi vincoli stanno penalizzando soprattutto chi svolge lavori discontinui, ad esempio i lavoratori edili, per i quali – precisa il coordinatore regionale dell’INCA – viene richiesto un requisito contributivo non inferiore a 36 anni e un’attività lavorativa di almeno 6 anni in via continuativa“. Le soluzioni? “Esistono eccome. Sarebbe utile e opportuno che il governo facesse un passo indietro. E considerasse questo periodo a scorrimento anche come somma di singoli periodi lavorativi non continuativi. Quindi non considerando gli eventuali periodi di disoccupazione intervenuti in quell’arco di tempo“. Un dato fornito dalla Fillea Cgil: “a fronte di almeno 23 mila operai edili con più di 63 anni che stanno sulle impalcature, esposti più di altri a infortuni gravi, spesso mortali, potranno accedere teoricamente all’Ape sociale meno di 500 operai“. Non è tutto. Per Paolo Matta, “Altre limitazioni riguardano i lavoratori agricoli, l’esclusione di molte attività gravose e il fatto che molti disoccupati non vi possano accedere in quanto sono diventati tali per la scadenza di un contratto a termine“. Infine, sull’Ape volontaria, il coordinatore dell’INCA sostiene che “ben pochi saranno i lavoratori disposti a indebitarsi con un mutuo oneroso per poter anticipare la pensione“. Da qui l’idea della Cgil per voce del suo patronato Inca: “non possiamo che esprimere forti perplessità sull’adozione di questo provvedimento“. Altri dubbi “sulla vertenza delle pensioni” che “continua, e la seconda fase del confronto, incentrata su argomenti importantissimi quali la pensione di garanzia per i giovani, la flessibilità in uscita, perché se non si consentono uscite graduali e flessibili si continua a bloccare l’accesso dei giovani al lavoro, il riconoscimento dei lavori di cura, l’aspettativa di vita, la previdenza complementare e la rivalutazione delle pensioni in essere, sarà un banco di prova importante per affrontare problemi che riguardano milioni di persone, ma soprattutto i giovani, i più penalizzati dalle attuali norme“. È ai giovani che la CGIL mira “a garantire, per dovere, un futuro dignitoso, fatto di certezze con interventi strutturali. E non transitori“.












