Viaggio nella temperie culturale dell’Inghilterra e dell’Italia tra Seicento e Settecento con “In chiesa, al ballo”, concerto-spettacolo di musica e danze che domenica 9 ottobre, alle 20.30, nella chiesa di Santa Maria del Monte in via Corte d’Appello, nello storico rione di Castello a Cagliari vedrà protagonisti il Coro Ad Libitum (maestro preparatore Tobia Simone Tuveri) e il Bizzarria Ensemble – con Giuliana Pisanu al flauto – diretti da Stefania Pineider tra gli ispirati accenti del “Credo” RV591 di Antonio Vivaldi (1678-1741) e le metriche delle country dances raccolte in “The English Dancing Master” edito da John Playford (1623-1686).
Sotto i riflettori anche un gruppo di ballerini – i partecipanti al Laboratorio di danze inglesi del XVII secolo a cura dell’associazione Danzar Cortese, in programma sabato 8 ottobre dalle 15 alle 20 e domenica 9 ottobre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 presso Insieme per la danza (in via Bembo 19) a Cagliari, sotto la guida di Antonietta Boaretto e Mirella Soranzo – che si cimenteranno con l’arte coreutica, tra passi e figure degli antichi balli nati e diffusisi in Gran Bretagna, dalla corte della regina Elisabetta fino alle città d’oltre Manica.
Il fascino e le meraviglie dell’Età Barocca – tra sacro e profano – con l’evento incastonato nel cartellone della terza edizione di Spettacolo Aperto, la rassegna itinerante firmata Studium Canticum, e pensata per far riscoprire il piacere di “cantare e e fare musica insieme” mettendo in luce i luoghi più interessanti e significativi – ma anche angoli dimenticati – della città.
Un performance ispirata all’eleganza delle corti e al piacere delle danze ma anche alla dimensione più spiritale di una preghiera in musica – per far rivivere le atmosfere del XVII e XVIII secolo attraverso la colonna sonora che scandiva e accompagnava la giornata delle donne e degli uomini di quell’epoca così lontana, ma in fondo così vicina, tra divertimenti popolari e momenti riservati al rito.
Focus sull’arte di Antonio Vivaldi – violinista virtuoso e grande compositore, che ha esercitato una notevole influenza sui musicisti del suo tempo e non solo con la sezione più meditativa e religiosa di “In Chiesa, al Ballo” – poi le sacre armonie lasceranno il posto ai ritmi delle danze inglesi del Seicento (ma di origine già medioevale) divulgate e “immortalate” grazie alla pubblicazione del fortunato volume “The English Dancing Master” di Playford In programma danze dal nome evocativo, come: Goddesses, Christ Church Bells, Hole in the Wall, Sellengers Round.
Spiegano le due “maestre di antiche danze” Antonietta Boaretto e Mirella Soranzo: «John Playford è un editore inglese e appartiene ad una delle più importanti famiglie di editori e stampatori, professione che passerà anche al figlio il quale sarà il fautore di altre ristampe del suo “The English Dancing Master”. La prima edizione de “The English Dancing Master” è datata 1651 e raccoglie oltre 100 country danze in voga in Inghilterra già dagli inizi del secolo XVII.
Erroneamente si attribuisce a lui il titolo di compositore ma fu soltanto un editore musicale, nonostante fosse vicario del coro della cattedrale di Saint Paul a Londra, e si limitò a trascrivere e descrivere danze “popolari” riadattandole ad un gusto prettamente nobile e all’etichetta dell’alta borghesia inglese, avendo cura di affiancare la melodia musicale per ogni country dance. Le coreografie sono descritte con passi semplici ( single – double ) alcune molto complicate, altre più facili da memorizzare ma sempre di grande effetto e molto eleganti. D’impatto visivo per chi le osserva, e di “pathos” invece per chi ha il piacere di danzarle. Le ristampe saranno ben 17 dal 1651 al 1728. Questo per far capire quanto siano state amate e quindi importanti per l’alta società inglese.»
L’intreccio – e il gioco di specchi – fra sacro e profano include anche l’esistenza dei due musicisti – il veneziano Antonio Vivaldi – il Prete Rosso, dal colore della capigliatura, dallo straordinario talento d’interprete e creatore di partiture, tra cui le celeberrime “Quattro Stagioni” ma dalla vita alquanto libera e “spregiudicata” e il britannico John Playford, editore e libraio, autore di libri di teoria musicale oltre che del famoso manuale “The English Dancing Master” che traduce in forma più aggraziata e vicina al gusto dell’aristocrazia melodie e stili di ballo popolarissimi all’epoca.
L’arte – la musica e il canto e perfino la danza – come chiave di lettura del mondo per rispecchiarsi – per una sera – nei riti dell’alta società inglese e nella realtà quotidiana dei cittadini d’Europa tra XVII e XVIII secolo e lasciarsi sorprendere e incantare dall’eleganza e dall’armonia (da spettatori ma anche, per chi fosse curioso, sperimentando le varie sequenze danzate).
INGRESSO LIBERO
Per chi lo desiderasse, è disponibile uno staff di animatori che si occuperà di intrattenere i bambini durante il concerto (servizio gratuito su prenotazione).
Per informazioni
338 9403280 – [email protected]













