Ricorda poco degli istanti dell’aggressione subìta nella centralissima piazza Santa Maria, a Quartu Sant’elena, Imad Jayed, il 27enne marocchino accoltellato e finito al Brotzu in codice rosso. La violenza è scoppiata sabato notte, a Uta sono finiti con l’accusa di tentato omicidio Gabriele Cabras e i fratelli Cristian e Stefano Mallus: “Li conosco solo di vista”, afferma Imad. Che racconta la sua verità su come si sono svolti i fatti: “Ho visto che un mio amico stava litigando per cose futili, sono intervenuto per difenderlo”. E i tre, che domani dovranno essere interrogati nell’udienza di convalida, l’hanno aggredito: “Non ricordo chi dei tre mi abbia accoltellato, c’era confusione, sono svenuto”. Accanto a lui c’era la ragazza, che è subito intervenuta: “Giulia, è lei che mi ha prestato soccorso e portato all’ospedale”, prosegue il giovane. In Sardegna “dalla bellezza di sedici anni”, il ventisettenne lavora “nel settore della ristorazione, vivo a Quartu da sempre. Mi è dispiaciuto leggere sui social qualche commento brutto, c’è chi ha scritto che noi marocchino dobbiamo tornarcene al nostro paese”. Razzismo strisciante a parte, ha la forza per sorridere e per dire che il peggio, comunque, è passato: “I medici dovranno dirmi quanto dovrò ancora restare all’ospedale”. Sa di essersela vista brutta, Imad Jayed, ma fa anche capire che sarebbe pronto a difendere nuovamente, se necessario, il suo amico.
“Voglio solo giustizia”, conferma. Per quella bisognerà attendere prima l’udienza di convalida e, poi, le decisioni del giudice. I suoi tre aggressori sono accusati di tentato omicidio. Imad, sorriso sempre smagliante nonostante le ferite e i dolori, pensa e immagina già il futuro: “Sì, non vedo l’ora di uscire dal Brotzu e riabbracciare tutti i miei cari”.










