Il video di un pestaggio, girato nelle ultime ore su migliaia di bacheche Facebook, ha giustamente creato indignazione. Undici secondi di insulti e colpi, una spirale di violenza ingiustificabile. “Nessuna aggressione omofoba”, precisano dalla polizia postale, “i due ragazzi coinvolti, uno dei quali oggi è maggiorenne, sono venuti insieme ai loro genitori nei nostri uffici, spiegando che non si è trattato di un pestaggio omofobo”. La violenza sarebbe scattata a causa di una ragazzina contesa. Allo stato attuale, nessuno ha presentato denuncia. “Chi ha fatto circolare il video sui social con i volti di minorenni ben visibili, invece”, precisa il dirigente della Polpost cagliaritana, Francesco Greco, “rischia di passare grossi guai”. Sul punto interviene anche Luca Pisano dell’osservatorio Cybercrime: “Pubblicare un simile filmato è un reato, si tratta di cyberbullismo. Purtroppo molti adulti pensano che, mettendo in rete certi filmati, si tutelino i giovani. Invece accade l’esatto contrario”. Nelle scorse ore, dopo che una donna aveva pubblicato il video scrivendo che si trattava di “un gay picchiato”, vari siti Lgbt avevano fatto esplodere la vicenda a livello nazionale, con l’Arc di Cagliari che si era detto “pronto a indagare” per la presunta aggressione omofoba.
Il caso era finito anche in Consiglio comunale con tutti i consiglieri dei Progressisti Sardi che avevano diramato un comunicato: “Le aggressioni violente sono sempre da condannare, in ogni situazione. Quando coinvolgono ragazzi giovanissimi, quando sono corredate da indifferenza, quando sono amplificate dalla diffusione sui social network allora sono davvero gravissime e allarmanti”. I Progressisti del Consiglio comunale di Cagliari Giulia Andreozzi, Marco Benucci, Francesca Ghirra, Matteo Massa, Francesca Mulas e Anna Puddu. “Abbiamo visto un video di 16 secondi (che non diffondiamo) in cui si vede un giovane che picchia un altro ferendolo con un pugno al volto. Vediamo la brutalità, sconvolgente, dell’aggressore, il terrore nel volto insanguinato dell’aggredito. Non sappiamo se sia stata una aggressione omofoba come segnalato da alcuni, dal contesto non si capisce, si sentono solo il nome di una ragazza e un insulto, in sardo. Non sappiamo dove sia accaduto di preciso, c’è chi sostiene che sia un giardino di Cagliari. Al di là dei motivi, dello sfondo, non possiamo accettare l’indifferenza, il voltarsi dall’altra parte. E detestiamo anche la condivisione virale di immagini che ritraggono pestaggi, in questo caso certamente di minori, che mettono in piazza situazioni di debolezza senza alcun rispetto per le vittime, come già sottolineato anche dal comunicato stampa dell’associazione Arc Cagliari sulla stessa vicenda. Oltre a manifestare la nostra solidarietà e vicinanza al ragazzo aggredito con tale brutalità, crediamo che questi episodi non debbano passare come normali. Cerchiamo di far capire a chiunque, giovani e adulti, che le aggressioni vanno denunciate sempre e nelle sedi giuste, eventualmente con il supporto di associazioni e professionisti, e non su Facebook. E cerchiamo, ognuno con gli strumenti che possiede, di trasmettere ai ragazzi la cultura del rispetto e il dialogo. Non possiamo tollerare che nelle nostre città ci sia spazio per la violenza”. Poche ore dopo, però, la precisazione della Polpost: “I ragazzi e i genitori ci hanno detto che non si tratta di un’aggressione omofoba”.










