“Sono il sacerdote che ha celebrato il battesimo di Luca 11 anni fa, in via Manin. Ho celebrato da poco alla sua prima comunione”. Così don Alfredo Fadda ha predicato, nel corso del funerale del piccolo Luca Pusceddu,conclusosi poco fa nella Basilica di Sant’Elena Imperatrice. Il tempio sacro era gremito e così il sagrato. Tantissime le persone presenti forse un migliaio. Un ragazzo si è sentito male ed è stato necessario chiamare un’autoambulanza.
“Mi rivolgo a voi bambini perché siete sensibili – ha esclamato il sacerdote – dovete anche sapere che Luca ha lasciato il paradiso terrestre per andare in quello dei cieli.
Quando un bambino gioca è come se si ritrovasse in paradiso. Spesso li incontro giocare e chiedo loro cosa vorresti fare? Citano Messi ed altri campioni. Sognano, e fanno bene a sognare. Però saputo cosa era capitato a Luca mi sono domandato: cosa dirò a un papà con questa grande sofferenza nel cuore?
Cosa dirò alla sua mammina, a Gigliola?
Allora ho pregato…” ha proseguito Don Fadda, attorniato da cinque chierichetti.
“Sapete cosa ho fatto? Ho invocato i 7 doni dello spirito santo. Ed il terzo in particolare. La fortezza! Poi ho ricordato Gesù quando andava dai bambini, quelli che fisicamente non c’erano più, ed erano come Luca adesso.
Gesù andava e si incontrava con il corteo della vita, e con quello della morte. Gesù si avvicinò a una mamma dicendo: donna non piangere. Ed io dico loro: Marco e Gigliola non piangete! Gesù andò da quel ragazzo e disse: ragazzo alzati. Questo però è un potere che appartiene solo a Gesù. Io dico Luca alzati! Ma Luca è passato da un prato verde sintetico a un prato immenso e verde, dove gioca con gli angeli, e fa le piroette. Luca è senza peccato, ragazzi, come voi. Come tutti i bambini presenti in questa chiesa. Aiutate i grandi ad andare avanti”.
Marcello Polastri
ps. La fortezza è il terzo sono dello spirito santo. Sostiene la resistenza contro ogni tentazione che porta al male e fa realizzare il bene, aiuta a mantenere gli impegni presi nei confronti della vita di noi stessi e con Dio, dando ai ragazzi energia sufficiente.










