Il centrodestra vede le elezioni regionali anticipate. E le vede vicinissime, già a febbraio o marzo del 2026, per mettere fine “a un anno disastroso di esperienza con Alessandra Todde”. Tanto da sacrificare una giornata di festa per riunirsi d’urgenza e iniziare a pensare a candidato e programmi. Intorno al tavolo nella sede di Fratelli d’Italia di Oristano ci sono i leader dei partiti di coalizione, dal meloniano Francesco Mura che sottolinea l’assurdità di una “resistenza giudiziaria” che tiene in ostaggio la Sardegna al coordinatore di Forza Italia Pietro Pittalis che, all’indomani della durissima sentenza del tribunale civile di Cagliari che ha certificato “gravi violazioni”, non vede futuro ma neanche presente per la Todde e i suoi. Nel pomeriggio del 2 giugno, festa della Repubblica, ci sono poi il leghista Ennas, i centristi Tunis e Peru, non ci sono i sardisti di quel che resta del psd’az di Solinas.
Il centrodestra insomma non vuole perdere tempo e gioca d’anticipo. Subito il candidato, che quasi certamente toccherà a Forza Italia, subitissimo il programma.
Anche se la Todde di mollare non ne ha nessuna intenzione: è chiaro, sottolineano gli esponenti dell’opposizione, che nei prossimi mesi presidente e giunta saranno impegnati solo ed esclusivamente in questa battaglia, lasciando peggiorare la situazione sui fronti più caldi, due su tutti sanità e trasporti.
Intanto, il 9 luglio si attende la sentenza della corte costituzionale sul conflitto di attribuzione sollevato dal consiglio regionale per sapere se la legge nazionale applicata dai giudici del collegio elettorale della corte d’appello di Cagliari, che il 3 gennaio ha firmato l’ordinanza di decadenza, fosse utilizzabile anche in una regione a statuto speciale come la Sardegna.











