La sentenza del tribunale civile, durissima, avrà pure ricompattato la maggioranza, come dice la presidente Todde. Ma di sicuro ha ringalluzzito l’opposizione di centrodestra, che dopo la decisione dei giudici di confermare l’ordinanza dello scorso gennaio del collegio elettorale, vede le elezioni regionali sempre più vicine. Ipotesi ben più che possibile: stando a quello che dicono gli esperti in materia, è molto improbabile che in appello quella sentenza venga ribaltata, viste le contestazioni alla Todde accusata di violazioni gravi e non di semplici omissioni formali, così come è improbabile che la corte costituzionale dia ragione alla Sardegna sul conflitto di competenze (la Regione ha fatto ricorso sostenendo che la legge nazionale non poteva essere applicata dai giudici regionali del collegio elettorale) nell’udienza fissata il 9 luglio.
La Todde ha già detto che non ha intenzione di dimettersi, e che sarà la magistratura a decidere fino all’ultimo grado di giudizio, serviranno almeno 6-8 mesi per concludere il tutto. Dopo di che, il consiglio regionale dovrà prendere atto della sentenza e, se i giudici indicassero questa strada, dichiarare decaduta la consigliera regionale Todde, di conseguenza anche dal ruolo di presidente, senza possibilità di entrare nel merito come invece si pensava in un primo momento.
Il centrodestra, dunque, ci crede talmente tanto da rinunciare a una giornata di festa e di mare: lunedì 2 giugno si riunirà in un vertice plenario con tutti i partiti della coalizione, comprese le forze civiche e autonomiste, a Oristano nella sede di Fratelli d’Italia, con inizio alle 17.30. Si parlerà di programmi e di strategie di governo, di priorità e di emergenze, si parlerà ovviamente del possibile programma elettorale e naturalmente del candidato, chiaramente è vietatissimo sbagliare come era successo la scorsa volta con Truzzu. I sardi, secondo quanto si calcola nell’ambiente, potrebbero tornare al voto già a febbraio 2026.











