Il carcere di Uta “scoppia”: da sette mesi è allarme salute nel penitenziario super affollato

“Da 7 mesi, in assenza di un coordinatore sanitario stabile, con una carenza di Medici specialisti e un aumento costante di detenuti, spesso con gravi problemi di salute, la situazione della nella Casa Circondariale “Ettore Scalas” appare gravemente deficitaria sotto il profilo della salute”


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“Da 7 mesi, in assenza di un coordinatore sanitario stabile, con una carenza di Medici specialisti e un aumento costante di detenuti, spesso con gravi problemi di salute, la situazione della nella Casa Circondariale “Ettore Scalas” appare gravemente deficitaria sotto il profilo della salute”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che ha ricevuto diverse segnalazioni dai familiari dei detenuti “preoccupati per la difficoltà che i congiunti incontrano per vedere rispettato il diritto alla salute e per le infinite liste d’attesa per una visita odontoiatrica o psichiatrica”.

“Nel Villaggio Penitenziario di Cagliari-Uta – sottolinea Caligaris – sono attualmente recluse 584 persone (27 donne – 144 stranieri ) a fronte di 561 posti. In una situazione così pesante e complessa, dove ci sono persone anche con insorgenze tumorali, non solo è fondamentale il ruolo di un coordinatore sanitario, stabile e a tempo pieno, ma è indispensabile un’organizzazione articolata sul fronte dei bisogni. Nonostante un’alta percentuale di persone con problemi psichiatrici e psicologici, disturbi dell’umore e borderline (oltre il 40%) , sono in servizio solo una psichiatra e una psicologa. Il dentista effettua solo 18 ore alla settimana (si consideri che a Bad’e Carros dove ci sono 222 detenuti le ore assegnate allo specialista sono 36). C’è poi il problema del referente medico per ciascun detenuto. E’ essente insomma il corrispettivo del Medico di base che permetterebbe ai detenuti di avere un rapporto più diretto e meno ansiogeno, in analogia a quanto si verifica con i reclusi ricoverati nel Centro Clinico. Si tenga conto che l’ingresso e la permanenza in carcere aumentano i rischi per la salute fisica e psichica. Non si possono del resto sottacere i gravi episodi eutolesionisti e le aggressioni verso gli Agenti di Polizia Penitenziaria da parte di detenuti che distruggono suppellettili della cella manifestando crisi nervose o tendenze antisociali ”.

“L’organizzazione della Sanità Penitenziaria, in particolare a Cagliari-Uta, ha necessità di un riordino e di una seria presa in carico da parte dell’ATS. Occorre una rivisitazione e un aggiornamento. A 6 anni dalla riforma urge una verifica sull’efficienza del sistema. La situazione della struttura detentiva è profondamente cambiata con un’altissima percentuale di tossicodipendenti e persone con problemi psichici. Aldilà delle istanze dei familiari dei ristretti, non solo i detenuti ma anche gli Agenti della Polizia Penitenziaria, gli Educatori e tutti gli operatori sanitari – conclude Caligaris – hanno necessità di svolgere il proprio ruolo con garanzie di sicurezza e serenità”.


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