I giudici del tribunale del Riesame hanno rigettato le richiesta di scarcerazione di Igor Sollai, il 43enne accusato del femminicidio e occupato di cadavere di Francesca Deidda, la operatrice di call center quarantaduenne di San Sperate ritrovata morta dentro un borsone nelle campagne di San Vito. I legali dell’uomo, Carlo Demurtas e Laura Pirarba, avevano chiesto i domiciliari con braccialetto elettronico, portando un faldone con le motivazioni della loro richiesta. Che, però, è stata bocciata. Restano i “gravi indizi di colpevolezza” a carico di Sollai. Per le motivazioni del rigetto bisognerà attendere 45 giorni: “Attendiamo di leggere con attenzione le carte per poi decidere quali passi compiere”, spiegano Demurtas e Pirarba. Ieri, i giudici del Riesame avevano ascoltato con attenzione sia illegali sia il titolare dell’indagine, il pm Marco Cocco.
Intanto, nuovi accertamenti del Ris sull’automobile e la casa di San Sperate. Sì cercano tracce col luminol: “Valuteremo se essere presenti anche noi durante i controlli”, aggiungono gli avvocati di Igor Sollai.











