Erano chiusi in un borsone scuro da calcio, abbandonato sotto un albero, i resti del cadavere trovato nel primo pomeriggio nelle campagne di Sinnai, vicino al ponte romano lungo la ex Orientale sarda, e che gli inquirenti sono convinti sia di Francesca Deidda, la 42enne scomparsa da San Sperate, una manciata di chilometri da Cagliari, dallo scorso 10 maggio. L’ufficialità arriverà nelle prossime ore, quando sarà effettuata l’autopsia dal medico legale Roberto Demontis a cui domani verrà affidato l’incarico. La svolta, dopo una settimana di ricerche con un centinaio di uomini in campo, è arrivata grazie al fiuto di uno dei cani molecolari specializzati nel ritrovamento di cadaveri e tracce di sangue, arrivati da Bologna. I resti del cadavere erano dalla parte opposta ma nella stessa zona dove sono stati trovati il bite dentale, i brandelli di felpa e accappatoio, il sangue che le analisi dei Ris hanno attribuito con certezza a Francesca. La stessa zona dove i telefoni di Francesca e il marito avevano agganciato una cella telefonica per poi spegnersi contemporaneamente.
Per l’omicidio di Francesca è rinchiuso nel carcere di Uta il marito Igor Sollai, 43 anni, camionista. Per una macabra coincidenza, proprio mentre venivano trovati i resti del cadavere, lui era con il sostituto procuratore Marco Cocco per ribadire la sua innocenza e la sua estraneità ai fatti: “Francesca si è allontanata volontariamente, ci siamo presi un periodo di pausa”, ha detto durante l’interrogatorio di 4 ore che riprenderà lunedì prossimo. Ma gli inquirenti non gli hanno mai creduto, e dopo aver ricostruito i pezzi di una storia sempre più drammatica, l’hanno arrestato dieci giorni fa per omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Secondo quanto ricostruito in due mesi di indagini, dopo averla fatta sparire, Sollai si era sostituito a Francesca scrivendo mail per annunciare le dimissioni dal lavoro e messaggi per rassicurare parenti e amici, dicendo di non avere voglia di parlare al telefono ma di aver bisogno di stare da sola. Decisivo per la svolta nelle indagini un messaggio-trappola mandato al suo numero dalle colleghe, in cui dicevano che un’altra di loro si era dimessa, inventando completamente il nome: alla risposta di Francesca, “Ah davvero, mi dispiace, come mai?”, è scattato l’allarme. Le colleghe e il fratello Andrea hanno denunciato la sua scomparsa, non l’ha mai fatto suo marito, che da un anno aveva una relazione con un’altra donna, da lei stessa confermata agli inquirenti.
Il movente di questo orrore sembra essere la paura da parte di Sollai di perdere la casa, in via Monastir a San Sperate, durante la separazione dalla moglie. Quando il cerchio intorno a lui ha iniziato a stringersi, secondo gli inquirenti ha progettato una fuga in Olanda dove ha parenti ai quali stava mandando denaro da qualche settimana: proprio per la paura che fuggisse all’estero, gli inquirenti l’hanno arrestato in carcere per omicidio volontario e occultamento di cadavere, misura di cui i suoi legali Carlo Demurtas e Laura Pirarba hanno chiesto la revoca, con udienza al riesame fissata per il 23 luglio.
Intanto, mentre un silenzioso e incredulo dolore è calato fra amici e familiari, il sindaco di San Sperate Fabrizio Madeddu ha postato un messaggio sui social: “Ciao Francesca, presto tornerai a casa”.
La famiglia Deidda in queste ore ha incaricato come suo legale l’avvocato Gianfranco Piscitelli.











